mercoledì 30 settembre 2009

Il quotidiano brasileiro

Diamo un’occhiata ad alcune delle notizie in circolazione sui quotidiani locali.
Stiamo vivendo in una città in cui, parallelamente, hanno dichiarato sciopero, ormai da dieci giorni, le Poste ed i bancari. Paralisi generale. Difficoltà enorme per i commercianti e coloro che, necessariamente, ricevono pensioni. Prestiti da cui dipendono attività e persone, che non possono essere elargiti, pagamenti e bollette sparite, assegni inutilizzabili e tutto ciò che il lettore potrà ben immaginare. Qui è normale, tutti gli anni queste categorie scendono in lotta perché già sanno che saranno accontentate con aumenti al di sopra delle possibilità. A questi seguiranno tutti gli altri pasciuti e sereni benestanti delle categorie ministeriali, statali e federali: polizia federale, tribunali, università. Non potrei giudicare se giusto o errato ma è evidente il contrasto con la parte veramente produttiva del Paese, industria, commercio, piccoli imprenditori individuali che non faranno mai uno sciopero per il proprio salario perché non possono permettersi di perdere un’ora di lavoro. Nelle industrie, l’orario è ancora di nove ore al giorno; operai e operaie lavorano in piedi in ambienti oltremodo caldi e polverosi e spesso gli straordinari, che sono necessari per resistere alla scorretta competizione delle merci cinesi, non sono pagati ma scambiati con ore di ferie che non vengono mai date.
Altre notizie: un imprenditore coreano assaltato in avenida della zona commerciale (i rapinatori qui badano al sodo e, per fermare la vettura in cui il malcapitato si trovava usarono vari colpi di arma da fuoco).
Turista tedesco ferito durante assalto in villa nella spiaggia di Cumbuco, ormai davvero il supermercato della rapina: ogni ben di Dio di proprietà di facoltosi stranieri a disposizione di nullafacenti e delinquenti.
La centralissima Avenida S. Dumont appare in testa alla classifica dei reati di “saidinha bancária” ovvero: il cliente esce dall’agenzia con i soldi e, dopo che è stato a lungo tempo spiato da “pali” all’interno della banca (nessuna investimento in sicurezza negli ultimi dieci anni ma utili stratosferici per gli istituti bancari)è intercettato dai complici, sempre armati, che gli sottraggono il denaro.
Unica notizia positiva: il Tribunale obbliga la Compagnia di Acqua e fognature ad effettuare l’allacciamento alla rete fognaria dei balneari della Praia do Futuro…e pensare che era l’unica spiaggia della città considerata “bandiera azzurra” ed indicata ai turisti di tutto il mondo!

giovedì 24 settembre 2009

Realtà o cinema?

Le tre di notte in S. Paulo, un gruppo di operai lavora alla riforma di alcuni marciapiedi. Un gruppo di venti persone (20!), con armamento pesante, tute mimetiche ecc., si avvicina silenzioso. Sotto la minaccia delle armi, prende in ostaggio gli operai.
Nello stesso momento, due autobus si approssimano. Il gruppo si divide e obbliga i conducenti dei mezzi a fermarsi: i passeggeri sono obbligati a scendere ed ad unirsi agli operai. Gli autisti sono forzati in maniera violenta a disporre i mezzi in trasversale sulle due rampe di accesso all'area occupata. In questo modo l'arrivo delle forze dell'ordine é sicuramente ritardato.
Ora l'obbiettivo del commando è una banca: in poco tempo la vetrata é distrutta e le macchine bancomat divelte e caricate su altri automezzi con l'aiuto, forzato è chiaro, dei poveri ostaggi. Per finire, la filiale bancaria é incendiata per rendere difficile il riconoscimento di eventuali tracce. La polizia arriva sulla scena del delitto ma é tardi.

Ho appena descritto il nuovo film di 007?. O " The league of justice 2" ? Oppure un nuovo poliziesco con Van Damme?
No, ho appena descritto la realtà nuda è cruda delle metropoli brasiliane.
Il fatto è realmente successo ieri ed i giornali ne hanno dato la notizia, peraltro senza neanche meritarsi la prima pagina perché fatti di questo calibro sono, da queste parti all'ordine del giorno: nessuna città ne è esente, neppure le pacate cittadine dell'interno che sono fatte oggetto di scorrerie tipo "Pat Garrett e Billy the Kid"; un vero "far west" incentivato dal crimine organizzato che ha come principale attività la vendita di droga nel mondo intero.
Ormai il Brasile, che non è un paese produttore di stupefacenti, è però il porto di uscita della droga proveniente dai supervigilati paesi produttori, Colombia, Paraguay, Bolivia.
Le bande sono molto organizzate ed addirittura allenate nei campi scuola della guerriglia delle FARC colombiane.
Mentre il traffico di droga ed i tossicodipendenti aumentano, la criminalità si infoltisce e si specializza, il cittadino è sempre più ostaggio di questa bella vita moderna in un paese che molti italiani considerano ancora pacato, samba, sole, belle spiagge e caipirinha.
Ma attenzione, il mondo del bene si unisce per affrontare il crimine e, attraverso i suoi legislatori a Brasilia approva in regime di urgenza, indovinate che cosa?
Una legge per aumentare da 24 mila a 26 mila reais lo stipendio dei giudici della corte costituzionale al quale seguirà, per equiparazione, l'aumento analogo per tutti gli altamente produttivi signori deputati federali e statali. Evviva!
Che la forza sia con voi.

mercoledì 23 settembre 2009

La storia di uno di noi - continuazione

La Storia di Carlo - parte II

(per chi avesse perso la prima parte cliccare qui)

Reclamazione e denuncie della cittadinanza e della mia attuale da 7 anni convivente, in virtù dei fatto che il locatore e comunque per la legge responsabile. La federale e venuta e constatò il fragrante. La madre di una ragazza minorenne di Caponga, incontrata nel locale, denuncio il G. per istigazione alla prostituzione. Fuggì e si dedicò alla latitanza, lasciando l'affitto e energia non pagate per un totale di circa 3.000,00 (tre Mila Reais). Lasciò la casa in mano alla sua convivente che la trasformò in una "bocca di fumo" (locale di spaccio di droga n.d.r.).
Altre denunce per rientrare in possesso dei mio bene. Altro avvocato per ottenere dal Giudice di Cascavel il mandato ufficiale di sfratto, altri tre mesi e il mandato non arriva, perdo la pazienza ed ho invaso la mia propria casa. È venuta la Policia e ci hanno portato via tutti, compreso la mia attuale compagna. La banda ha garantito che un giorno dopo avrebbe lasciato la casa. Quando rientrammo in casa la banda durante la notte aveva caricato (rubato) tutto quello che poteva; piatti, attrezzature, forno; materiale da me lasciato dal Sig. Maurizio G. in comodato d'uso; hanno anche tentato di bruciare la casa, un altro danno di quasi 8.000 (Otto Mila Reais). Altra denuncia latitante, altri soldi all'avvocato. Quando il Giudice di Cascavel mi convoca la controparte è fuggitiva L'avvocato disse che potevo anche non presentarmi, che lui avrebbe risolto tutto con il Giudice. Non vado e vengo condannato a pagare 360,00 (Trezentos e Sessenta Reais) di spese processuali, per non essermi presentato. Scopro che l'avvocato mi aveva difeso con la giustizia gratuita (d'ufficio n.d.r.)e non g1i do più una lira, poi voleva 2.500 (Due Mila e Cinquecento Reais). Ricomincio da zero e rimetto in piedi la baracca con l'aiuto di alcuni amici italiani e brasiliani. Circa un anno fa, riviene la Policia Federal in Pizzeria, procurando ancora il ricercato G., che ha lasciato la residenza a casa mia. Spiego tutta la situazione e costatano la mia illegalità pero non mi portano via per il figlio che ho in Brasile, ma mi invitano per il giorno dopo a presentarmi alla sede della Policia Federal per chiarire la mia posizione. Il giorno dopo mi presento, mi dicono che dovrei essere deportato ma non possono perché ho questo figlio nato qui in Brasile. Che devo al più presto regolarizzare la mia situazione. Il pagamento della pensione doveva essere fatto tramite versamento bancario. Avevo bisogno di una omologazione di accordo di pensione alimentare e del mio passaporto, che purtroppo mi è stato rubato con altri documenti miei in un furto avvenuto in casa il 25/01/2008, non riconoscono il BO. "Boletim de Ocorrencia" alla Polizia e la fotocopia autenticata dei mio passaporto. Il protocollo dell’avvocato che presentò la mia difesa, non esiste e che devo pagare la multa di R$761,65 Reais, e che dovrebbero farmele un'altra e mi mandano a casa. L'Associazione Italiani dei Ceara' (tramite il Dott. Francesco Carpio), impietositi della mia situazione, mi mettono a disposizione la dottoressa Celia de Castro, un'avvocatessa che gratuitamente mi prepara la richiesta di omologazione di accordo di pensione alimentare, presentato al Foro di Cascavel il 30/08/2008; ad oggi nessuna risposta. Con tutti i processi arretrati chissà quanto tempo ancora passerà. Vado al Vice Consolato a Fortaleza e chiedo un nuovo passaporto. Per avere il passaporto, l'unico documento riconosciuto per lo straniero in Brasile, devo produrre alcuni certificati, scrittura pubblica di paternità, la tassa di soggiorno, la firma della madre di mio figlio. Tutti i documenti che senza il passaporto nessun "cartorio" (ufficio notarile pubblico n.d.r.) a Fortaleza mi dà. La Receita Federal, non mi ha fatto il duplicato dei CPF (codice fiscale n.d.r.) rubatomi perché non riconoscono la fotocopia autenticata dei mio passaporto. Vivo da 7 (sette) anni con la mia compagna conosciuta separata con tre figli minori, che posso dire di aver aiutato a crescere, visto che il padre legittimo non le ha mai dato una lira. Dopo 10 anni (questi sono i tempi dei Foro di Cascavel), è riuscita ad avere il divorzio, "volevamo sposarci, perché devo un diritto a questa donna che mi guida, mi cura di tutto, ma non posso perché non ho il passaporto; finale della beffa, senza documento non posso rientrare nella sanatoria Lula.
Per carità vi rivolgo una supplica, mi risolva questo problema. Mia madre il 30/08/2000, e morta qui a Caponga, dove sta seppellita. In ltalia non c'ho nessuno, neanche una casa. Se torno lí, considerando che non ho i soldi neanche per il biglietto, probabilmente vado alla caritas. Qui mi sono costruito una vita, son diventato pure nonno, c'ho una casa, una famiglia ed un lavoro. Non ho mai chiesto niente allo Stato Italiano, pur avendo qualche diritto, come orfano di guerra, figlio di un grande invalido e mutilato di guerra, morto per causa servizio quando avevo 9 anni. Dopo 7 anni di sanatorio per turbecolosi, conseguita nel campo di concentramento di Dacao. Non ho mai chiesto un posto fisso all'Italia, ho sempre lavorato dall'età di 16 anni sempre nell'ambito della ristorazione. Adesso ne ho 50; spero che vostra eccellenza con la Sua autorità riesca almeno a darmi il passaporto per poter dire che sono italiano e che nelle mie vene corre il sangue di un' alpino della divisione Julia che e morto per l'Italia.
Le allego tutti i documenti che attestano la veridicità della mia presente situazione.

La ringrazio infinitamente.

fine

martedì 22 settembre 2009

La storia di uno di noi - introduzione

"Questa e la storia di uno di noi anche lui nato per caso in Italia". Parafrasando la famosa canzone e la celebre via, pubblico oggi la storia di Carlo, romano de Roma, che una volta giunto da queste parti, circa dieci anni fa, non ha piú messo piede nella città che tutto il mondo ci invidia per i monumenti ed il passato glorioso. Vorrei farvi conoscere la sua storia, raccontata attraverso una lettera che egli stesso ha redatto per sensibilizzare le autoritá consolari circa la sua situazione. Noterete durante la lettura come le cose succedono senza volerlo oppure come fatti sgradevoli accadono partendo da azioni in buona fede e ben progettate. È solo un esempio di cosa é successo ad uno di noi da queste parti....non me ne vogliano coloro i quali, forse per opportunismo, ingenuità o mancanza di esperienza, fanno apologia di un paradiso che qui non esiste. Sicuramente, stando in tutt'altre condizioni sociali ed economiche, possono permettersi di ingannare se stessi e gli altri. Per "par condicio" sono pronto a pubblicare la storia, vera s'intende, anche di coloro, se esistono che rientrano nelle categorie appena descritta. Buona lettura.

LA STORIA DI CARLO Parte I

AlI'Onorevole Console Generale d'Italia a Recife, Dott. Francesco Piccione,

Caponga - Cascavel- CE. 04/08/2009.

Con la presente vorrei portare a conoscenza della Vostra Signoria la mia oserei dire, dantesca situazione, che mi porta infelicemente ad essere da 9 (nove) anni clandestino e irregolare in Brasile. Considerando le notevoli critiche che molti italiani muovono nei confronti dei cosiddetti extra comunitari nel nostro paese, oggi conosco personalmente la non bella situazione dell' essere io clandestino. Sono venuto in Brasile nel novembre dei 1999 in vacanza per conoscere il Paese, con la volontà di trasferirmi a vivere qui. Motivato da una situazione di malattia di mia madre. Malattia che non mi permetteva di poter lavorare dovendo assisterla 24 ore, non potendo pagare un'assistenza particolare, cara nell'epoca in ltalia Essendo figlio unico di madre vedova, la pensione di mia madre ci consentiva quasi sopravvivere. Parto per il Brasile, mi appassiono, compro una casa, mi fidanzo con una brasiliana e tomo in ltalia. Vendo la mia unica casa a Roma, baracca e burattini e con mia madre su una sedia rotelle col gatto e ritorno in Brasile, con tutta la documentazione autenticata dal Consolato Brasiliano a Roma, per potermi sposare. Nel 23 maggio 2000 mi sposo con la signora A.C. da Silva in separazione totale dei beni. Vado alla Policia Federal con tutta la documentazione e do entrata al primo processo di permanenza, ricevendo quello provvisorio come fanno tutti. Purtroppo, quando la famiglia della mia moglie fu a conoscenza della separazione dei beni, cominciò o la lite che mi porto alla separazione, notificata dai Tribunale di Fortaleza il17 /09/2002. Quando la Policia Federale fu nella mia casa per L'intervista di prassi, costato che io stavo separato di lei e fece una relazione negativa a Brasilia. 11 30/09/2003, in una routine di controllo a stranieri a Caponga, la Policia Federal mi incontro illegale. Mi ritiro il protocollo provvisorio, timbrò il passaporto notificando che avevo 8 (otto) giorni per lasciare il Brasile. Fortunatamente io mi stavo relazionando già con F. R. da Silva, che si incontrava di me incinta di 7 mesi. Contattai un avvocato (allora 3.000, Tre Mila Reais), che inoltrò la mia difesa allegando che per la legge brasiliana, la Policia Federal doveva comunicarmi che la mia prima richiesta era stata respinta, quindi la mia nuova situazione di futuro padre con le dichiarazione della madre di mio figlio e testimoni chiedendo anche l'annullamento della multa di R$771,76 Reais. 1116/10/2003, nasce A.G.R.F. che registro regolarmente come mio figlio. Preparo tutti i documenti e anche le foto e consegno all'avvocato il quale disse che non c'era bisogno della mia presenza, perché avrebbe inoltrato tutto lui. Mi diede un numero di protocollo. Dall'ora non ho avuto più notizie. Quando ho chiesto a lui come stava la situazione, mi ha risposto:"tu vuoi stare in Brasile?" stai tranquillo che nessuno ti darà fastidio". Cercai su internet, scoprì che il presunto protocollo non esisteva. Capii che mi ero messo in un' altra confusione. Essendo una persona che per 40 anni in ltalia e 10 in Brasile non ho avuto mai problemi con la giustizia (altrimenti non sarei potuto sposare e chiedere il permesso di soggiorno); pensai, "stiamo calmi che tanto nessuno qui mi verrà a cercare". Se procuro un altro avvocato perderò altri soldi. Pagando tutti i mesi l'assegno alimentare pensione di mio figlio, decido di affittare la mia pizzeria nel maggio di 2005 ad un italiano di nome Maurizio G. della provincia di Vicenza, presentato da amici. Ottima persona e di buona famiglia Molte persone infelicemente in Brasile pare che perdono il loro buonsenso. Decide di trasformare la migliore pizzeria della regione in un bordello. Giuntandosi per amore con la più pericolosa bandita della regione. Con processi di traffico, sequestro, formazione di quadriglia e viziata in crack. Comincia anche un affare di prostituzione minorile. Lo scandalo nella piccola comunità di Caponga e immediato.
(continua)

sabato 19 settembre 2009

Lento miglioramento


I dati dell'ultimo censimento, effettuato nel 2008, hanno riportato qualche segnale di miglioramento per le condizioni di vita della fascia più bassa della popolazione.

Circa 600 mila persone sono infatti uscite dalla fascia classificata come di vera miseria, ossia coloro che guadagnavano al massimo 207 Reais (circa 80 Euro) al mese.
Ciò non deve comunque trarre in inganno circa le condizioni di vita della popolazione dello stato del Ceará, di cui Fortaleza é capitale: si contano ancora circa 4 milioni di poveri su una popolazione che non arriva a 9 milioni !!
Il dato che emerge é quello della forte disuguaglianza tra ceti abbienti e gli strati inferiori della società cearense. L'IBGE, istituto di geografia e statistica brasiliano, ha rilevato sì una diminuzione dell'indice GINI, che misura tali disuguaglianze sociali, ma in misura minore di quanto succeda negli altri stati della Federazione. Questo porta alla conclusione che il Ceará rimane uno fra gli Stati più poveri e sottosviluppati del Brasile.
Possiamo vedere nelle periferie della capitale gli effetti di tale situazione: mancanza di struttura urbana, rete pubblica fognaria inesistente, strade letteralmente bombardate, emarginazione, "favelizzazione" devastante creata da emigrazione interna che si disloca dalle campagne (in cui la situazione é ancora all'etá della pietra) alle città.
Nella stessa capitale vediamo gli effetti nefasti della disuguaglianza: edifici dalle linee avveniristiche nelle aree commerciali e turistiche, grandi e sfarzosi magazzini e shopping center, hotels e resort lussuosi, auto del valore d' appartamenti, a fare da contrasto con le periferie appena descritte. Veramente gli effetti non sono solo questi purtroppo. Criminalità dilagante, invasione di droghe economiche e devastanti (crack), prostituzione, infanzia abbandonata, sporcizia ecc.
Se un miglioramento economico del Brasile è realmente avvenuto, rimango invece scettico sull'effettivo miglioramento delle condizioni sociali e mi risulta difficile intendere quali siano stati i benefici in otto anni di governo Lula: fino a quando si manifesterà egoismo, opportunismo, mancanza totale di sensibilità politica e soprattutto volontà di agire veramente per togliere, attraverso tasse ed imposte mirate, a chi ha troppo quel poco che servirebbe per migliorare la vita di molti.


venerdì 11 settembre 2009

Un capro espiatorio?

I giornali locali titolano la notizia della scarcerazione dell'italiano preso per i bacini alla figlia in una affollata piscina in Praia do Futuro. La scarcerazione è provvisoria ed è avvenuta perchè la Giustizia ha concesso al "colpevole" un habeas corpus. In questo modo potrà rispondere in libertà.
Una delle clausole della condizionale è: non tornare a delinquere. Ciò vuol dire, per come lo intendo io, che è già stato giudicato e che qui, ecco cosa mi spaventa, chiunque possa accusare di aver visto e, senza che neanche si valuti chi è la persona che accusa oppure senza che gli si faccia un esame psicologico e oftalmologico, si decida che un uomo è colpevole. A nulla valgono le prove in difesa dell'accusato e che nessuno dei presenti, a non essere i due solerti difensori dei giá ridicolizzati costumi brasiliani (carnevale, samba e tanga a Copacabana), abbia visto nulla di strano.
Un comodo "capro espiatorio" per richiamare l'attenzione su pedofilia e prostituzione infantile? Ma cosí si gioca opportunisticamente con la pelle degli altri e si svilisce un'intera comunitá che qui lavora e produce;
Quello che una legge confusa come questa crea é solo un clima da "caccia alle streghe": ho letto qualche commento alle notizie riportate su un quotidiano locale in cui alcuni lettori, i quali magari non hanno accompagnato la vicenda dall'inizio, si auguravano di vedere il poveraccio condannato per stupro e consegnato alle galere brasiliane per essere "rieducato"..... alcuni si dimostrano risentiti del fatto che il disgraziato passa fare ritorno in patria senza essere stato giudicato (come se non lo fosse giá stato).
Non credo sia questa legge l'arma che possa dissuadere chi pratica atti indecenti e immorali contro innocenti dal continuare a farlo.

mercoledì 9 settembre 2009

Sbatti il mostro in prima pagina

Una notizia ripercuote sui giornali: "turista italiano arrestato con l'accusa di stupro" Il turista in questione stava passando un periodo di ferie con la propria famiglia ed é stato arrestato perché, mentre si trovava in uno stabilimento balneare di Fortaleza, sarebbe stato visto da due turisti brasiliani, mentre baciava sulla bocca la propria figlia di otto anni ed addirittura si accingeva a sistemarle il bikini....tutto questo sotto gli occhi della stessa moglie, madre della bambina. Gli accusatori hanno visto uno straniero con una bambina ed il preconcetto (gli stranieri sono conosciuti per la pratica del turismo sessuale) ha fatto il resto. Nessuno si é avvicinato, con senso civico, per sondare e scoprire la parentela ed eventualmente il crimine.
Risultato: l'eccesso. La polizia é stata chiamata, con poca competenza non ha saputo dirimere la questione in loco ed il poveraccio è stato arrestato. Per ben due volte gli è stato negato l'habeas corpus e questo nonostante altri testimoni, la moglie ed i funzionari dello stabilimento, avessero testimoniato a favore. La stessa figlia, interrogata in presenza di psicologi, non ha evidenziato segnali di violenza.
Attenzione: la legge qui é stata modificata da poco e prevede pene da 8 a 15 anni anche per un semplice bacio, se ritenuto forzato e soprattutto è molto vaga, prestandosi a essere interpretata come si vuole ed idonea ad essere utilizzata per scopi ritorsivi o per preconcetto verso ad esempio stranieri ecc.
Qualche domanda ce la possiamo porre: Ma era proprio necessario l'arresto? Se non c'é la prova del crimine commesso dov'é la presunzione di innocenza? Ed i testimoni di accusa valgono di piú di quelli di difesa? Chiunque allora, in questo paese, può accusare e l'accusato dimostrerà la sua innocenza in carcere. Stiamo parlando di atti che coinvolgono la sfera sentimentale e familiare della persona e che, per la loro delicatezza, dovrebbero esigere molta attenzione prima di distruggere la vita di una o piú persone.
Il rovescio della medaglia: il niente.
Mentre il turista resta in carcere, bambini dai 5 anni in su, "meninos de rua", poveracci che qualche irresponsabile a messo al mondo e poi lasciato che questo stesso mondo, violento e traditore, provvedesse alla loro educazione, chiedono l'elemosina sulla Beira Mar, ma anche nei terminal di autobus, negli incroci e nei locali pubblici. Il provento è utilizzato non per mangiare ma per comprare il crack, la droga economica e democratica che sta distruggendo la società, soprattutto i suoi strati più poveri.
Un reportage mostrato recentemente da una televisione locale, ha mostrato con dettagli il triste mercato che tutti conoscono, polizia ed "autorità" incluse.
Tante parole, nessuno veramente scandalizzato ed il risultato come sopra: niente.
Ma domani è un nuovo giorno....
P.S. Qui troverete le ultime notizie, in portoghese, sul fatto descritto.

Da un eccesso all'altro

Qui tutto é eccessivo. Non si conosce la mezza misura, la via intermedia. O tutto o niente oppure come dicono da queste parti, o è 8 oppure 80.
La bellezza esuberante delle spiagge contrasta con l'inesistente cura del patrimonio pubblico, piazze, arredo urbano e del territorio in senso ecologico: scarichi fognari abusivi e spazzatura accumulata, spesso vicino ad aree turistiche. La bellezza della gente e della mistura di razze é spettacolare ma contrasta con l'abbandono di certe aree urbane dove bimbi crescono sporchi e malati e dove ragazze di 20 anni, abitualmente con vari figli intorno sembrano vecchie di 60. La modernitá e le linee avveniristiche dei grattacieli e dei centri commerciali a contrastare con le favelas, sporche e fatiscenti, spesso incastrate fra un palazzo di lusso, un "condominio fechado" ed uno shopping, perché a nessuno, in questo regno del menefreghismo é mai venuto in mente di riscattare quei terreni dai loro occupanti in cambio di vere abitazioni....oppure, tranne in rari casi, non ne ha mai avuto il coraggio politico.
Nella legge é uguale. Il mantra é lo stesso: eccesso o niente.

martedì 8 settembre 2009

Salve a tutti!

Siate benvenuti!
Sicuramente vi starete chiedendo: perché un altro blog sul Brasile? Oppure: che ci vorrà raccontare sul Brasile sto elemento?
Bene, il blog nasce con l'idea di essere un aiuto per coloro che, per fortuna o per forza, stiano prendendo la decisione di andare a vivere in Brasile. Una decisione che molti prendono spinti dall'emozione magari dell'ultima vacanza ed ancora con i sapori, i colori, i suoni vacanzieri facendo eco nel cervello e ripercuotendo nello spirito.
La realtà per chi ha intenzione di trasportarsi qui sarà molto differente dopo qualche mese, da quella vissuta quando passeggiava spensierato in vacanza; la decisione che state prendendo, anche lasciandosi aperte tutte le uscite di sicurezza per rientrare nel Belpaese in caso di delusione, probabilmente, produrrà effetti sul vostro futuro, cosi come l'ha prodotto sul mio.
Ormai da 16 anni conosco la realtà di questo paese. L'ho studiata a fondo perché volevo integrarmi in fretta e non essere più considerato un turista....come in fretta ho imparato la lingua, frutto di molto studio e devozione.
Poco tempo da queste parti e vedrete come gli effetti, positivi o negativi, cominceranno a farsi sentire nella vostra vita....magari matrimoni, figli, ecco, in poco piú di un anno avrete una vita completamente diversa e magari pensavate di "venire a vivere un'avventura e tornare a casa, tanto sono giovane".
Mi piacerebbe che questo Blog fosse di tutti e spero che chiunque abbia avuto esperienze in Brasile possa includere un suo commento ed eventualmente che la discussione che si dovesse accendere, rimanendo sempre nei termini dell'educazione, possa servire ad altri per prendere una decisione.
Quindi, così come pubblicherò materiale soprattutto sulle differenze che troverete e sulle difficoltà, sarò a disposizione anche per rispondere alle vostre domande.
Ancora una volta benvenuti!