sabato 12 gennaio 2013

Diritto di difesa

Da qualche mese ricevo, via facebook, notizie relative ai gruppi armamentisti brasiliani che si propongono di riportare, legalmente, il diritto di porto d'armi per il cittadino che ottemperi ai suoi doveri civili e che disponga di determinati requisiti psicologici. Attualmente, una politica scellerata cominciata con il regime di Lula circa 10 anni fa, impedisce, per statuto, di ottenere il porto d'armi, a meno che in casi rarissimi. Impedisce, di fatto, l'auto-difesa in un Paese in cui la Polizia stessa é spesso sotto attacco violento della criminalitá. 
La citata politica, chiamata "Estatuto do desarmamento" parte dall'errata conclusione che consegnando le armi in circolazione automaticamente si arriva ad una diminuizione di episodi criminosi ed alla tanto sospirata "pace sociale". La legge impone la resa delle armi al cittadino onesto, che rischia fino a 2 anni di carcere per un possesso illecito, mentre il criminale, notoriamente cultore del diritto, se ne frega, circolando senza problemi con le migliori armi importate e/o contrabbandate. Al contrario di ció che pensavano i creatori della legge, sognanti pensatori di una certa sinistra, che continua a ritenere che il popolo debba essere guidato come uma mandria di buoi, senza possibilitá di opinione e di reazione, i dati in possesso del folto gruppo armamentista, oriundi da molti paesi nel mondo e facilmente confrontabili, permettono infatti di vedere che, ogni volta che il cittadino abbia abbandonato la sua possibilitá di difesa, il crimine é aumentato drasticamente. In Europa, l'Inghilterra, che da qualche tempo adotta una politica disarmamentista, é il paese piú violento d'Europa. Il Brasile, dopo anni di sciagurato disarmamento forzato é ormai il paese piú violento al mondo. E sí, ripetiamolo, signori cari, anime belle che ancora credono alle favole: sono piú di 40.000 morti ammazzati all'anno. 3600 solo nello Stato de Ceará. Una decina ogni fine settimana nella Grande Fortaleza. Ed in barba al disarmamento, la grande maggioranza muore a colpi di pistola. I dati sono disponibili presso i seguenti link www.defesa.org ; www.facebook.com/campdoarmamento ; www.twitter.com/campdoarmamento ; www.youtube.com/campdoarmamento.
Consiglio vivamente di dargli un'occhiata perché chiarisce ampiamente i vari miti da sempre bandiere degli onirici governanti brasiliani, troppo portati a correre a velocitá cosmiche (come i loro introiti), pensando che questo Paese possa imitare e seguire in pochi anni  lo sviluppo sociale europeo conquistandone i vantaggi. Meglio farebbero a pensare a quello che hanno a disposizione ed a come arginare il fenomeno che porta gente normale a morire agli angoli di ogni strada e nelle proprie residenze, in migliaia di rapine, tentate rapine, sequestri, sequestri lampo, chegadinhas e saidinhas e via dicendo con tutta una serie di nomi coniati per necessitá, laddove la lingua nenche ne prevedeva un uso.
Il brasiliano, in se, non é un violento ne un criminale nato. É un popolo tranquillo e pacifico in cui qualcosa peró ha smesso di funzionare e la legge, che dovrebbe precedere i tempi, ancora non  ha neanche valutato se esiste un problema. In un referendum, quasi il 70% ha votato per la modifica all'attuale Statuto: il Governo, che si dice democratico, non ha nemmeno battuto ciglio, continuando sulla propria catastrofica strada. 
E per caritá, fra due anni ci sono i mondiali, perció che le organizzazioni internazionali non disturbino i manovratori, sottolineando qulache migliaia di morti vittime di violenza criminale.
Le cose ancora possono essere cambiate ma occorre uscire da quest' inerzia pericolosa, che porta a pensare che nulla possa essere fatto o peggio, che il crescente miglioramento economico possa, da solo, sistemare tutto. Occorrono governanti pragmatici, realisti e che vivano il mondo dei milioni di de Santos e da Silva, che sentano nelle ossa il dolore per la perdita di uomini e donne, caduti in una guerra a cui non concedono neanche le armi per combatterla.
Io non sono a favore degli armamentisti cosí, per un desiderio di vendetta o per rifiuto ad altri sistemi: semplicemente proverei, come proverei a mettere in galera i sedicenni oppure a reintrodurre l'ergastolo. Proverei anche questo sistema per vedere se non abbia effetti benefici, gli stessi effetti benefici che doveva avere il disarmamento e che invece ci lascia, quotidianamente, tragiche vicende e statistiche drammatiche in continuo peggioramento.