lunedì 16 settembre 2013

Il difficile risorgere della Praia de Iracema

Una passeggiata domenicale sul lungomare di Iracema mi ha offerto l'opportunitá per alcune inevitabili riflessioni: come riportare il quartiere simbolo del glamour di Fortaleza ai fasti del passato? E soprattutto: é ancora possibile farlo o purtroppo i tempi sono decisamente cambiati? Il progetto di riqualificazione dell'area langue, mi sembra di capire. La pavimentazione, fatta con materiale mediocre, posto in opera in maniera ancor peggiore, giá dimostra l'usura e l'accumulo di sporcizia. La mancanza di ordine e divisione degli spazi pubblici genera un appropriarsi sconclusionato di tutto, senza considerarne gli effetti: si passa dai pattinatori, chi piú chi meno abile ma tutti ugualmente pericolosi, agli skate da utilizzarsi, per essere figo, rigorosamente sull'arredo urbano, danneggiandolo e diminuendone la vita utile; dalle biciclette ai tricicli, piú o meno in convoglio ed in perenne lotta con i pedoni; mettiamoci poi pallonate varie di chi lo spazio lo usa per una "simpatica" partitella di calcio, eppoi i mille venditori ambulanti non qualificati, la mancanza quasi assoluta di controllo di polizia; facce da galera totalmente a piede libero fra i passanti ed i bagnanti; mendicanti, senzatetto e drogati a disputare lo spazio di quello che una volta era il ritrovo divertente e nottambulo della cittá.
Di nuovo, come in altri post ho evidenziato, noto come i progetti pubblici qui non siano mai terminati: appaiono sempre in forse, sempre traballanti, sempre con quel non so che di precario. Analizzando, vediamo i resti diroccati di quelle che una volta erano fiorenti attivitá commerciali, ora ritrovo per disperati. Anche il mitico ristorante "Sobre o Mar" ha gettato la spugna e, in pochi mesi, ció che resta della sua struttura serve solo a suscitare ricordi in chi, come il sottoscritto, qui ha vissuto momenti bellissimi. Alcuni edifici storici, testimonianza di come la cittá intraprese, negli anni quaranta e cinquanta, la sua traiettoria turistica, sono stati restaurati ma il tutto figura come fuori contesto. Non sai che cosa il progetto di riorganizzazione si proponeva e che cosa vuole attualmente essere. Non sai se sará un museo all'aperto o se tornerá ad essere un cuore commerciale e di divertimenti. Difficile a dirsi quando, per le amministrazioni attuali, anche una semplice decisione logica comporta la discesa pericolosa e senza risalita nel campo delle ideologie ed il peregrinare nei decenni in un oceano di congetture, senza sbarco in porto alcuno. Perché non c'é nulla che duri davvero in Brasile? perché una cittá riesce a distruggere in pochi anni la Praia de Iracema ed il Mirante, punti turistici conosciuti, locali vivi, dove la vita di Fortaleza scorreva realmente con un ritmo ed uno stile differente, posti che hanno contagiato migliaia di visitatori? Perché questa incuria, leggerezza, superficialitá? Eppure sono posti bellissimi, invidiati da chissá quante cittá al mondo che, al posto della legittima proprietaria, mai avrebbero permesso che fossero distrutti. Mi ricordo la praia de Iracema di vent'anni fa: qualche italiano faceva addirittura paragoni con la nostra riviera ligure tanta era la bellezza, la tranquillitá, quell'atmosfera di vacanza perenne! Magari esageravano ma seduti ai tavolini dei bar a guardare il mare e la vita equatoriale della cittá che lí scorreva...qualche analogia la si poteva certamente cogliere. Ora invece siamo costretti a dividere lo spazio dello storico quartiere con una fauna di disperati, drogati, opportunisti di tutti i generi. É inutile: per quanto si tenti di nascondere il pattume sotto i tappeti, questo riappare, segno di come siano state fallimentari le politiche sociali ed educative dei decenni passati. Anni in cui troppi pensavano ad acquisire potere ed a spendere ció che da questo derivava ed il popolo era solo una parola da usare ogni quattro anni, simbologia retorica ed ideologica da sfruttarsi ed ingannare. Ed in virtú di ció, per quanti sforzi le autoritá facciano nel modernizzare, migliorare, rinvigorire la cittá, ci si scontra sempre con una grande parte di essa, dei suoi abitanti, che ne vivono al margine, che non respirano la stessa aria affaristica od ottimistica proiettata nel futuro, che non condividono scelte e progetti, non ne rispettano l'essere e ció che vuole diventare perché sono il prodotto incosciente del nulla offerto negli anni passati.
Da parte mia, forse da nostalgico, mi auguro che torni, magari in parte, ad essere come prima ma mi rendo conto che ció é forse impossibile da realizzarsi: al pari degli altri mi adegueró, ritagliandomi uno spazio fra gli skate e le biciclette, fra mendicanti e passanti di questa cittá che, come tutto in Brasile, non si ferma mai.