sabato 15 novembre 2014

Felici di stare lassú...

Parafrasando la famosa canzone, puntualmente e come promesso, vi aggiorno circa i progressi fatti dalle cittá brasiliane nel loro percorso vittorioso di raggiungere il top della classifica delle piú violente al mondo. Il precedente articolo, visibile cliccando qui ci mostrava la realtá del 2013: Fortaleza si piazzava 13ª mentre Maceió arrivava al 6º posto. La situazione (per i lettori che seguono il blog era chiaro), non poteva che migliorare ed infatti, eccoti servita la capitale del Ceará al 7º posto ed addirittura riducendo le distanze da Maceió, eterna rivale, ora al 5º posto.
Nessun miglioramento neanche a livello nazionale: infatti il Brasile aumenta le sue presenze nella nefasta classifica passando a contare 16 cittá rispetto alle 15 precedenti, registrando l'uscita di Brasilia e Curitiba ma guadagnando la presenza di Belo Horizonte, Aracajú e Campina Grande.
Da notare che quasi tutte le capitali del nord e nordest sono rappresentate mentre non troviamo le tradizionalmente ritenute violentissime Rio e San Paolo, avendo quest'ultime indici di omicidi per quota di abitanti minore. 
Riflettiamo anche sul fatto che, piú la ricchezza (cosiddetta, reale o inventata dal Governo) avanza e, teoricamente, tende ad avvicinare le due aree geografiche nord e sud, colmandone la disparitá economica, non succede invece, come da sempre dico, un miglioramento in termini di cittadinanza, di comportamento, di senso del rispetto e del dovere verso la comunitá e di civiltá. Vediamo invece imperversare tentativi di arricchimento fraudolento, brama di possesso di oggetti futili ma cari, furbizie, dominio pressoché assoluto delle droghe nelle periferie e nell'interno, aree in cui la pastura governativa del Bolsa arriva copiosa. Sicuramente c'é un nesso e comunque, occupazione fissa e miglioramenti economici non portano direttamente ad un miglioramento personale e delle comunitá in cui viviamo, per questo continuo a credere che sia necessario il ricorso a leggi severe ed a garanzie minori per i delinquenti, per affrontare l'emergenza in corso, lasciando le retoriche ideologiche di lato senza dimenticare comunque di educare le nuove generazioni meglio di quanto sia stato fatto finora. Senza interventi radicali, la testa della classifica sará presto raggiunta da una delle nostre cittá. Per coloro che volessero leggere la classifica, opera di una ONG messicana che da anni si impegna a catalogare questi dati, il collegamento all'articolo é disponibile qui.