Oggi celebriamo la cassazione del mandato presidenziale di Dilma Roussef, a seguito di decisione presa dal Senato dopo sei mesi di battaglie giuridico-politiche. Assume il governo il vice, Michel Temer. Ci auguriamo che sia meno opportunista, che abbia un'occhio di riguardo per l'economia reale e che guardi avanti, da statista, al futuro del Paese. Occorre mettere mano a tutto quanto il PT, per convenienza ed incapacitá, non ha fatto: riforme politiche, del lavoro, previdenziarie ecc. Occorre creare un nuovo Brasile. Durante gli ultimi 13 anni (ironia della sorte il 13 é il numero che identifica la lista elettorale del PT, il partito dei lavoratori), i governi LULA 1, 2 e DILMA 1 e 2 hanno agito come veri e propri comitati d'affari, generando prima il mensalão, poi il petrolão, succhiando risorse ad imprese statali e coinvolgendosi in attivitá illegali, tuttora al vaglio della magistratura. Tutto con il fine di imbrigliare il Paese e perpetuarsi al comando. Il film che invece il popolo vedeva in questi anni era contraddistinto da un primo rapido periodo di crescita economica, basata sull'errore fatale degli incentivi ad imprese e settori in difficoltá, (l'intervento keynesiano in economia , caro alle sinistre) e sul pesante indebitamento pubblico, permesso dalla deroga alle leggi sul controllo fiscale. Azioni comunque che hanno creato l'illusione della famosa "nuova classe media brasiliana", della fine della miseria, del Brasile da bere, spumeggiante ed allegro; pochi anni dopo, il Brasile conosceva la triste realtá di chi scherza con i numeri e di chi, mentendo, abusa della credulitá popolare: 2 anni recessivi ed uno di crescita zero, PIL ritornato indietro di 20 anni, 12 milioni di disoccupati, una violenza sociale incontenibile, un sistema politico ed economico al collasso...
Sono stato facile profeta, si vedano in miei post passati. Purtroppo l'ultima elezione nazionale, basata integralmente sulla menzogna, ci richiederá anni di sacrificio. L'economia é seriamente compromessa soprattutto da un
indebitamento senza precedenti (risultato dei regali dei compagni
al potere fatti a se stessi ed ai loro sodali...) ma anche da un
sistema previdenziario ormai superato e costosissimo e da leggi
che governano il lavoro ormai anacronistiche (si pensi che é impossibile
assumere una persona part-time!)...si aggiunga il "custo Brasil", ossia
le infrastrutture vecchie e carenti, la burocrazia, le alte tasse, la criminalitá ed il
coquetail é completo... Ma il Brasile puó risorgere. il paese ha enormi possibilitá
ed é ancora uno dei pochi dove si possa investire con esito,
basti pensare alle concessioni nel settore trasporti ed
infrastrutture che il governo varerá, all'enorme sottosuolo ed
estrattivo forestale, all'edilizia, alle energie rinnovabili,
all'agricoltura ed allevamento che giá sostentano il mondo, al
potenziale offerto da un mercato vivo, composto da 200 milioni di consumatori che godranno, ancora per 10 anni, di un buon
fattore demografico. Il Brasile ha tutto per ripartire basta che
chi lo governerá cominci ad usare il buon senso e soprattutto che il Popolo sia piú saggio quando pone il proprio futuro nelle mani di leader falsi, muniti di ideologie fallite, sconfitte ovunque ed opportunisti ad oltranza. Buona fortuna a tutti noi!