Ritorno oggi a scrivere e lo faccio a seguito di un'interessante materiale pubblicato da un quotidiano del nordest e riguardante la disuguaglianza sociale in Brasile ed in special modo nel Ceará.
Malgrado i roboanti quanto utili elettoralmente programmi assistenzialisti di aiuto sociale come l'ormai famoso "Bolsa Família", non accenna a diminuire l'enorme diseguaglianza che regna indisturbata nel Paese.
L'argomento l'avevo accennato in un precedente post, datato ormai a piú di un'anno. I nuovi dati sono invece provenienti dagli studi effettuati dall'Istituto Nazionale di Statistica (IBGE) e riguardano l'anno 2010, periodo in cui é stato effettuato il nuovo censo.
Vado a sintetizzare ció che piú mi ha colpito: il 67% dei domicili nel Ceará hanno rendite da 0 a massimo 1100 Reais. Ogni 31 domicili con questo tenore di vita ne abbiamo peró 1 la cui rendita supera i 10000 Reais; addirittura esistono 278mila case le cui entrate totali mensili si riassumono in 250 Reais (100 Euro). É in queste abitazioni dove raramente troviamo il bagno e, se lo troviamo, spesso non appare il vaso sanitario oppure lo possiamo vedere, fatalmente, in vicinanza di altri accessori della cucina come il forno. Esistono municipi in cui piú del 30 % delle case risulta essere di questo tipo, ossia senza un bagno minimamente attrezzato, con effetti drammatici sullo sviluppo di malattie ed epidemie. Piú di un milione di abitazioni non hanno rete fognaria e neppure fosse settiche.
Faccio mie le domande che gli autori dell'interessante studio lasciano ai lettori: Qual'é la differenza fra vivere e sopravvivere? Una casa senza bagno puó essere considerata una residenza? Si puó vivere con una tale miseria ma con dignitá? Che dignitá avrá mai l'essere umano quando in casa mancano rubinetti, acqua, luce e lavoro ma tutti hanno l'obbligo di votare?Eppoi ne formulo un paio io, senza paure e laccioli che i giornalisti purtroppo hanno: i programmi Lulisti hanno veramente centrato l'obbiettivo come ritengono i numerosi seguaci dei partiti governisti oppure sono solo fumo negli occhi? Trasformare il popolo in consumatori, spingendo oltremisura l'economia con soldi che spesso non ci sono, significa farlo evolvere? O piuttosto significa fare evolvere i pochi che risiedono dall'altra parte della statistica?
Concludiamo con un altro bel dato: La disuguaglianza sociale brasiliana é talmente enorme che se consideriamo le medie pro-capite, ci sembra che i poveri non siano cosí poveri... Questo perche la fettina composta dai piú ricchi guadagna talmente tanto da spostare la media anche della fettona di coloro che arrivano a stento a 1500 Reais!
Provate a stare per un'oretta davanti ad una concessionaria di auto di lusso, ciascuna del valore di un buon appartamento e spesso acquistate in contanti... poi recatevi nelle sterminate periferie dove troverete spesso la situazione residenziale descritta in precedenza ed infine chiedetevi se non siamo di fronte a qualche problema.
A coloro che spesso mi hanno accusato di sottolineare sempre e solo il brutto di questo Paese, chiedo come si sentirebbero se si trovessero nella parte sbagliata della statistica. Io saró felice quando non potró piú scrivere di questo fenomeno perché finalmente estinto, ma finché ci sará, tutti gli anni ne mostreró l'evoluzione sperando logicamente, per il bene dei tanti che ne soffrono le conseguenze, che possa presentare rapidamente sintomi di miglioramento.
2 commenti:
Qualcuno disse: "Se un uomo ha fame non regalargli un pesce, ma insegnagli a pescare"
In queste 13 parole sta tutto il segreto per risolvere il problema brasiliano, ma non solo brasiliano.
Ma il governo in carica non vuole insegnare a pescare, perché ciò presuppone una presa di coscienza dello stesso popolo.
Meglio mantenerlo isolato nelle sue sterminate periferie o nelle piccole cittadine dell'interno, dove televisione e bolsa familia hanno lo stesso scopo del "panem et circenses" dell'antica Roma, da cui derivò il triste " Feste, farina e forca" della Napoli borbonica.
Oggi, in Brasile, è diventato "Telenovelas, Calcio e Bolsa Familia". Ossia, niente di nuovo sotto il sole.
Alessandro dove vivi? Hai mai pensato di vivere in Scandinavia?
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