Straordinario il passare del tempo. Nel riaprire la pagina del blog mi accorgo di esservi stato assente da ormai sei mesi. L'ultimo blog poneva in risalto il problema della violenza, che io ritengo il principale in Brasile. Non si puó vivere senza libertá e non si puó vivere circondati dal rischio. Ebbene, come molti di voi immagineranno, il problema é ancora insoluto. Niente é cambiato, anzi forse addirittura peggiorato, promettendo ai cittadini ancora il brivido di vivere in un paese in guerra, come citato nel precedente post. Sotto l'azione costante dell'ipocrisia e del cinismo, i governanti brasiliani preferiscono fingere che il problema non esiste. Perché cambiare le Leggi? Perché ristrutturare il derelitto sistema penitenziario? Meglio far notare quanto é forte l'economia del Paese (altra bufala visto che siamo il Paese che meno cresce nell'America Latina dopo S. Salvador) quanto e rigogliosa la nuova classe media (che sguazza in un mare di prestiti e finanziamenti a tassi orripilanti del 100% annuali, quando va bene), quanto forte sono le industrie esportatrici (pochi gruppi multinazionali o monopolisti nazionali).
Allora, per cambiare un po' e raccontarci su qualcosa di differente dopo tanta violenza e disgrazie, il post di oggi, lo dedico alla Petrobras. La Compagnia Statale, monopolista intoccabile, protagonista lo scorso anno di un aumento di capitale da Guinness dei Primati, primatista mondiale anche nelle fantasmagoriche cifre che riguardano i suoi progetti d'investimento, quotati 225 miliardi di dollari nel piano quinquennale di sviluppo presentato l'anno scorso, ha attualmente deciso una strategia di austerity, procedendo al taglio di circa 8 miliardi di dollari di progetti d'evoluzione.
La sua Presidente, che dicono i ben informati abbia cominciato in azienda ai livelli piú umili (proprio come il nostro indimenticabile Fantozzi), ha deciso di spingere su questa linea perché le Borse Valori apprezzano le aziende che effettuano tagli a progetti e programmi ancora embrionali (dirottando, aggiungiamo noi, magari, le ingenti risorse risparmiate verso altre speculazioni). La grande Impresa di Stato ha deciso quindi di tagliare, guarda caso, fra i tanti, anche un progettino che riguarda molto da vicino noi abitanti del Ceará: la Raffineria. Vabbé, direte voi, sono strategie industriali... Oltretutto serpeggia la crisi mondiale, la retrazione dei consumi, il surriscaldamento globale, la febbre aftosa e decine di altre piaghe e quindi si puó benissimo risparmiare quei miliardi, che oltretutto andrebbero "solo" a creare una decina di migliaia di posti di lavoro, ad elevare il PIL regionale ed il PIL pro-capite in una regione dove quest'ultimo é fra i piú bassi se comparato con la media nazionale... Sui giornali di oggi compare peró una notizia: "Petrobras convince la Presidente Dilma ad aumentare la benzina del 10%". Come, dico io, fammi leggere bene... Si, proprio cosí. La Compagnia ha assoluta necessitá di provvedere all'aumento dei prezzi dei carburanti perché, secondo la sua Presidente "i prezzi attuali avevano creato un ristagno nella generazione di flusso di cassa, venendo l'Impresa a difettare di risorse necessarie per gli investimenti"!!
Signori, tutto il mondo é paese e chi paga, alla fine, é sempre e solo il popolo. Buon viaggio in Brasile a tutti!!
7 commenti:
Caro Ale.....tu pensa che qui in Italia la benzina l'hanno aumentata non per finanziare progetti di investimento ma per finanziare una manovra fiscale che non servirà a niente fatta da un governo tecnico!!!!!!
Ho tralasciato di specificare che, anche da queste parti, metá del valore alla pompa é costituito da: TASSE. Ma che un'azienda di Stato, che vende la benzina all'estero a prezzi inferiori che quelli praticati in patria, chieda ed ottenga un aumento per finanziare le proprie casse (le stesse da cui sarebbero dovuti uscire i 225 miliardi di dollari di progetti preventivati) é quantomeno surreale.
Salve Alessandro!
Grazie per lo scorcio di vita brasiliana che ci fornisci con ogni post... Mi fa sognare una vita diversa e migliore...
Diversa sicuramente lo é! Migliore puó esserlo. In fondo siamo noi che facciamo la nostra vita migliore o peggiore, indipendentemente dal luogo in cui viviamo. Credo che in Brasile si possa vivere una vita intensa, dove non mancano le emozioni e, purtroppo, neanche i problemi! Ciao.
Purtroppo molti si illudono che in Brasile si viva meglio, ma non è così. Vi assicuro che è molto più alto il tenore di vita nella maggior parte d'Italia che n Brasile. A san Paolo è tutto carissimo, automobili, affitti, vestiario, articoli elettronici, tutto costa almeno il doppio. Per non parlare del bollo auto che si chiama IPVA, il 4 % del valore tabellare dell'auto, che a sua volta è composto al 40% di tasse. Sii contento ed orgoglioso di vivere in Italia, non vivere di illusioni.
Michele ha pienamente ragione, tutti ci lamentiamo dell'italia... ma per vivere bene in brasile ci vogliono veramente i soldi... per aprire una attività mi ci sono voluti 5 mesi tra bolli cartorio ecc.. manca la professionalità in tutti i settori se poi pensi che la sera devi uscire blindato (non tutti sanno che in brasile il bancomat funziona fino alle 20!! o che dopo le 23 passare ad un semaforo rosso non costituisce infrazione!!)... be meglio la nostra bella italia il brasile lasciamolo ai brasiliani...
Quello che mi ispira del brasile è la pura vida... La possibilità di vivere forti emozioni: qui in italia l'economia è in generale molto meglio per noi piccoli, però forse troppi agiscono per soldi....
L'Italia sta diventando stretta...
Posta un commento