Qualcuno dei lettori di lunga data si ricorderá la storia di Carlo (a sinistra nella foto). Altri la troveranno fra i primi post pubblicati su questo Blog nell'ormai lontano 2009, cliccando qui.
Scrivo poco ultimamente; anzi scrivo parecchio, ma per lavoro e purtroppo non sul mio blog! Mancanza di tempo soprattutto: il lavoro, ultimamente é riuscito a darmi le soddisfazioni che da tempo non riuscivo a trovare ed ammetto che é sempre piú difficile trovare il tempo per aggiornare il mio giornale di bordo di emigrante nel pianeta Brasile.
Ma oggi ho fatto un'eccezione. Il tempo uggioso, prodotto da una stagione delle piogge anomala e per nulla cearense, di questo sabato mi ha facilitato le cose ed eccomi qui a ricordarmi di un'amico che se ne é andato da pochi giorni.
Citano i giornali locali di qualche giorno fa piú o meno sullo stesso tono: " Um italiano, de 52 anos, foi encontrado morto por volta das 17h50min desta segunda-feira, 9, no distrito de Caponga, em Cascavel. Carlos Fioravanti, natural de Roma, morava em uma casa de aluguel e não tinha parentes no Brasil.
A Polícia Militar de Cascavel ainda não sabe as causas da morte do italiano. O corpo de Carlos Fioravante não apresentava sinais de violência."
Ero un suo grande amico. Carlo era un personaggio in tutti i sensi. Una vita vissuta davvero, magari sbagliata, in molti sensi criticabile ma una vita vissuta, non vegetata. É rimasto se stesso fino alla fine, anche quando aveva deciso il suicidio. Sí, il suo é stato un suicidio; aveva ottime qualitá e ottime possibilitá ma aveva deciso di farla finita e perció ha scelto l'alcool. Un suicidio garantito nella forma che lui aveva scelto.
A noi, che lo abbiamo conosciuto, resta il ricordo di una persona schietta ed autentica, eccentrica e differente, un personaggio a cui ho raccontato spesso i miei problemi di emigrante e con cui scambiavamo sagaci commenti sulle tante e strane differenze fra il Paese che avevamo scelto e quello in cui siamo nati.
Diceva spesso, nei momenti in cui qualche santo dall'aldilá riusciva a staccarlo dal veleno a cui si era rivolto ed a dargli qualche mese di luciditá: "ma in fondo Alessá, noi siamo fortunati a vivere qui. ciabbiamo il sole, il mare, il caldo, da magná...vivemo com poco...nun ciavemo li problemi che cianno in Italia..."
Carlo purtroppo ha perso la propria battaglia con la vita...non ha saputo approfittare dei vantaggi tanto sinteticamente da lui mostrati: forse ha perso il controllo, l'equilibrio tanto difficile e precario nel cammino su di una corda tesa che é la nostra vita su questa Terra.
Spero che il suo spirito, nell'eterna camminata verso il miglioramento, trovi ora la pace.
Un abbraccio a tutti.
Scrivo poco ultimamente; anzi scrivo parecchio, ma per lavoro e purtroppo non sul mio blog! Mancanza di tempo soprattutto: il lavoro, ultimamente é riuscito a darmi le soddisfazioni che da tempo non riuscivo a trovare ed ammetto che é sempre piú difficile trovare il tempo per aggiornare il mio giornale di bordo di emigrante nel pianeta Brasile.
Ma oggi ho fatto un'eccezione. Il tempo uggioso, prodotto da una stagione delle piogge anomala e per nulla cearense, di questo sabato mi ha facilitato le cose ed eccomi qui a ricordarmi di un'amico che se ne é andato da pochi giorni.
Citano i giornali locali di qualche giorno fa piú o meno sullo stesso tono: " Um italiano, de 52 anos, foi encontrado morto por volta das 17h50min desta segunda-feira, 9, no distrito de Caponga, em Cascavel. Carlos Fioravanti, natural de Roma, morava em uma casa de aluguel e não tinha parentes no Brasil.
A Polícia Militar de Cascavel ainda não sabe as causas da morte do italiano. O corpo de Carlos Fioravante não apresentava sinais de violência."
Ero un suo grande amico. Carlo era un personaggio in tutti i sensi. Una vita vissuta davvero, magari sbagliata, in molti sensi criticabile ma una vita vissuta, non vegetata. É rimasto se stesso fino alla fine, anche quando aveva deciso il suicidio. Sí, il suo é stato un suicidio; aveva ottime qualitá e ottime possibilitá ma aveva deciso di farla finita e perció ha scelto l'alcool. Un suicidio garantito nella forma che lui aveva scelto.
A noi, che lo abbiamo conosciuto, resta il ricordo di una persona schietta ed autentica, eccentrica e differente, un personaggio a cui ho raccontato spesso i miei problemi di emigrante e con cui scambiavamo sagaci commenti sulle tante e strane differenze fra il Paese che avevamo scelto e quello in cui siamo nati.
Diceva spesso, nei momenti in cui qualche santo dall'aldilá riusciva a staccarlo dal veleno a cui si era rivolto ed a dargli qualche mese di luciditá: "ma in fondo Alessá, noi siamo fortunati a vivere qui. ciabbiamo il sole, il mare, il caldo, da magná...vivemo com poco...nun ciavemo li problemi che cianno in Italia..."
Carlo purtroppo ha perso la propria battaglia con la vita...non ha saputo approfittare dei vantaggi tanto sinteticamente da lui mostrati: forse ha perso il controllo, l'equilibrio tanto difficile e precario nel cammino su di una corda tesa che é la nostra vita su questa Terra.
Spero che il suo spirito, nell'eterna camminata verso il miglioramento, trovi ora la pace.
Un abbraccio a tutti.
1 commento:
Sono capitato a casa tua trasportato dal blog "vivere in brasile". Avevo postato su PIC lo stesso commento copiaincollato dal quotidiano locale sulla morte di Carlo. È bello leggere che qualcuno lo conosceva. Veder la foto di una persona buttata in cronaca come fosse uno sconosciuto. Quel "viveva da solo" mi aveva perturbato se non altro per i molteplici pensieri che sorgono quando uno è da solo e le probabili conseguenze. Se da un lato mi hai tranquillizzato a leggere che é un suicidio, dall'altro lato mi domando a quale futuro si avviano quelle migliaia di Italiani che credono nel Brasile. È chiaro che non tutti faranno una brutta fine ma sono da poco ritornato da Canoa Quebrada con tre lutti di persone che conoscevo. In questi venti anni ho visto sparire tanti volti che, prima, incontravo e sapevo sia per l'aspetto che per il comportamento essere Italiani; il non vederli più mi creava sempre dei sospetti ma l'ottimismo voleva che li pensassi rientrati in Italia; peccato che le notizie delle morti rispondevano a quei miei sospetti.
(ti leggo sempre volentieri)
ciao
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