martedì 22 settembre 2009

La storia di uno di noi - introduzione

"Questa e la storia di uno di noi anche lui nato per caso in Italia". Parafrasando la famosa canzone e la celebre via, pubblico oggi la storia di Carlo, romano de Roma, che una volta giunto da queste parti, circa dieci anni fa, non ha piú messo piede nella città che tutto il mondo ci invidia per i monumenti ed il passato glorioso. Vorrei farvi conoscere la sua storia, raccontata attraverso una lettera che egli stesso ha redatto per sensibilizzare le autoritá consolari circa la sua situazione. Noterete durante la lettura come le cose succedono senza volerlo oppure come fatti sgradevoli accadono partendo da azioni in buona fede e ben progettate. È solo un esempio di cosa é successo ad uno di noi da queste parti....non me ne vogliano coloro i quali, forse per opportunismo, ingenuità o mancanza di esperienza, fanno apologia di un paradiso che qui non esiste. Sicuramente, stando in tutt'altre condizioni sociali ed economiche, possono permettersi di ingannare se stessi e gli altri. Per "par condicio" sono pronto a pubblicare la storia, vera s'intende, anche di coloro, se esistono che rientrano nelle categorie appena descritta. Buona lettura.

LA STORIA DI CARLO Parte I

AlI'Onorevole Console Generale d'Italia a Recife, Dott. Francesco Piccione,

Caponga - Cascavel- CE. 04/08/2009.

Con la presente vorrei portare a conoscenza della Vostra Signoria la mia oserei dire, dantesca situazione, che mi porta infelicemente ad essere da 9 (nove) anni clandestino e irregolare in Brasile. Considerando le notevoli critiche che molti italiani muovono nei confronti dei cosiddetti extra comunitari nel nostro paese, oggi conosco personalmente la non bella situazione dell' essere io clandestino. Sono venuto in Brasile nel novembre dei 1999 in vacanza per conoscere il Paese, con la volontà di trasferirmi a vivere qui. Motivato da una situazione di malattia di mia madre. Malattia che non mi permetteva di poter lavorare dovendo assisterla 24 ore, non potendo pagare un'assistenza particolare, cara nell'epoca in ltalia Essendo figlio unico di madre vedova, la pensione di mia madre ci consentiva quasi sopravvivere. Parto per il Brasile, mi appassiono, compro una casa, mi fidanzo con una brasiliana e tomo in ltalia. Vendo la mia unica casa a Roma, baracca e burattini e con mia madre su una sedia rotelle col gatto e ritorno in Brasile, con tutta la documentazione autenticata dal Consolato Brasiliano a Roma, per potermi sposare. Nel 23 maggio 2000 mi sposo con la signora A.C. da Silva in separazione totale dei beni. Vado alla Policia Federal con tutta la documentazione e do entrata al primo processo di permanenza, ricevendo quello provvisorio come fanno tutti. Purtroppo, quando la famiglia della mia moglie fu a conoscenza della separazione dei beni, cominciò o la lite che mi porto alla separazione, notificata dai Tribunale di Fortaleza il17 /09/2002. Quando la Policia Federale fu nella mia casa per L'intervista di prassi, costato che io stavo separato di lei e fece una relazione negativa a Brasilia. 11 30/09/2003, in una routine di controllo a stranieri a Caponga, la Policia Federal mi incontro illegale. Mi ritiro il protocollo provvisorio, timbrò il passaporto notificando che avevo 8 (otto) giorni per lasciare il Brasile. Fortunatamente io mi stavo relazionando già con F. R. da Silva, che si incontrava di me incinta di 7 mesi. Contattai un avvocato (allora 3.000, Tre Mila Reais), che inoltrò la mia difesa allegando che per la legge brasiliana, la Policia Federal doveva comunicarmi che la mia prima richiesta era stata respinta, quindi la mia nuova situazione di futuro padre con le dichiarazione della madre di mio figlio e testimoni chiedendo anche l'annullamento della multa di R$771,76 Reais. 1116/10/2003, nasce A.G.R.F. che registro regolarmente come mio figlio. Preparo tutti i documenti e anche le foto e consegno all'avvocato il quale disse che non c'era bisogno della mia presenza, perché avrebbe inoltrato tutto lui. Mi diede un numero di protocollo. Dall'ora non ho avuto più notizie. Quando ho chiesto a lui come stava la situazione, mi ha risposto:"tu vuoi stare in Brasile?" stai tranquillo che nessuno ti darà fastidio". Cercai su internet, scoprì che il presunto protocollo non esisteva. Capii che mi ero messo in un' altra confusione. Essendo una persona che per 40 anni in ltalia e 10 in Brasile non ho avuto mai problemi con la giustizia (altrimenti non sarei potuto sposare e chiedere il permesso di soggiorno); pensai, "stiamo calmi che tanto nessuno qui mi verrà a cercare". Se procuro un altro avvocato perderò altri soldi. Pagando tutti i mesi l'assegno alimentare pensione di mio figlio, decido di affittare la mia pizzeria nel maggio di 2005 ad un italiano di nome Maurizio G. della provincia di Vicenza, presentato da amici. Ottima persona e di buona famiglia Molte persone infelicemente in Brasile pare che perdono il loro buonsenso. Decide di trasformare la migliore pizzeria della regione in un bordello. Giuntandosi per amore con la più pericolosa bandita della regione. Con processi di traffico, sequestro, formazione di quadriglia e viziata in crack. Comincia anche un affare di prostituzione minorile. Lo scandalo nella piccola comunità di Caponga e immediato.
(continua)

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