mercoledì 23 giugno 2010

Una posizione poco invidiabile



Durante la coppa del mondo di calcio, il Brasile si stacca e decolla fregiandosi dei 5 titoli conquistati e forte dei suoi campioni internazionali e di una solida tradizione calcistica.
Purtroppo c'é un'altra classifica diffusa in questi giorni in cui il Paese sudamericano non risulta nelle prime posizioni: lo speciale elenco dei paesi piú pacifici del mondo, studio approfondito sulle condizioni e problematiche sociali ed economiche in grado di generare situazioni di tranquillitá e qualitá di vita nei principali paesi, vede il Brasile solo al 83º posto, superato da molti paesi sudamericani, adirittura dalla Bolivia.
Fra i parametri tenuti in considerazione nello studio troviamo: la popolazione carceraria, il numero di omicidi, accesso alle armi, polizia, diritti civili, percezione della criminalitá, relazioni fra paesi confinanti e guerre.
Il brasile otterrebbe una posizione piú alta se si considerassero solo atti terroristici, guerre, stabilitá politica e rapporti fra stati ma i quesiti circa omicidi e criminalitá, armi e polizia lo fanno precipitare nella seconda metá della classifica, forte come é delle circa 50000 vittime annuali per armi da fuoco.
Vale la pena ricordare che da anni, anche durante il tanto decantato doppio mandato di Lula, la posizione non é sostanzialmente cambiata. Auguriamoci che ora che il Paese ha raggiunto una piena democrazia e successi economici, possa cominciare a scalare la classifica che, per adesso, rappresenta solo la foto della triste realtá di violenza, criminalitá e barbaritá condivisa e subita giornalmente da milioni di brasiliani.
Per chi volesse vedere nei dettagli, ecco il link.

5 commenti:

marcofalco ha detto...

Triste realtà, anche se parziale. Non in tutto il Brasile ci sono alti tassi di criminalità ovviamente. E' un fenomeno concentrato nelle grandi città dove le disuguaglianze facilitano questo fenomeno. Io in particolare conosco il Brasile da 12 anni e, facendo gli scongiuri, non ho avuto particolari problemi ma è evidente che bisogna anche sapersi comportare. In particolare eviterei di enfatizzare troppo e solo gli eventi negativi. abraços, Marco

alessandro ha detto...

Chiaramente, tutti gli studi si basano su statistiche: esistono eccezioni ed in questo caso sicuramente esisteranno piccoli centri, soprattutto del sud ma anche del centro-ovest o del nordest, dove non avvengono crimini; rimane il fatto che la grande maggioranza dei brasiliani vive peró in grandi centri urbani e da qualsiasi lato la si voglia vedere, la realtá e molto simile a quella descritta dallo studio del GPI e tale da collocare il brasile in quella posizione. Troppo facilitato l'accesso alle armi, troppi morti da arma da fuoco, corruzione negli organi di polizia, forte sensazione di insicurezza nella popolazione, sono i parametri presi in considerazione per stabilire la posizione.
Fortunatamente ed altrettanto statisticamente, non tutti siamo vittime di eventi negativi ma questo non ci esime dal rilevarli quando esistono e dal renderli pubblici quando questi sono d'interesse colletivo, altrimenti saremmo ingiusti con noi stessi ed egoisti.
Tante persone che scrivono sul Brasile danno enfasi esclusivamente agli eventi positivi: la maggior parte perche hanno interessi di parte avendo attivitá che promuovono attraverso di blog, forum, siti, ecc; altri per avere poca esperienza del Paese tale da non riuscire a rilevarne gli aspetti critici; altri ancora sono realmente soddisfatti e scrivono esternando la loro gioia. Io, a differenza di loro, non promuovo niente e non guadagno niente sia a parlarne volutamente male (cosa che non faccio comunque) come ad esagerare parlandone eccessivamente bene.
Semplicemente credo di mostrare l'altra faccia della medaglia, che guarda caso, é quella sconosciuta ai piú, di questo grande Paese e vi assicuro che vorrei infinitamente che non ci fosse: nei miei post sempre c'é il rammarico triste per le cose negative che succedono qui ed anche la frustrazione per l'impotenza di non poter cambiare la situazione...
Chiaro che non tutto é da buttar via, anzi, e che la speranza in un futuro migliore mi anima ancora.

Anonimo ha detto...

ciao Alessandro.
Ho avuto modo di leggerti soprattutto su Scappo.it.
Ti considero una persona intelligente e sensibile, anche se il mio "giudizio" si basa solo sulla lettura di qualche tuo intervento.
Ho notato che sei sempre estremamente critico nei confronti del Brasile (vedasi molti post di questo blog) e che "scoraggi" chi sogna di venire ad abitarci. Ma allora, scusami la domanda personale, perché vivi in Brasile ?
Non puoi tornare in Italia ? Capisco che lì ci lavori, ma il motivo non può essere solo questo. Non penso che se torni in Italia, muori di fame, giusto ?
E allora perché rimani in Brasile ?
Scusami la curiosità

Un grosso saluto da Verona

Michelangelo

Anonimo ha detto...

Non ho trovato (magari per priguiça) la tua email, quindi ti scrivo qui. Sono quello della "a grande richiesta".

Ho dato un'occhiata al tuo Blog, interessante, io ne ho uno più generalizzato sul Brasile e varie, di cui sicuramente avrai visto il link sul sito dell'Associazione, ma a causa della mia vanità lo riporto di seguito:
http://mondojean.blogspot.com/
E dato che un poco di pubblicità non fa mai male, ti comunico anche il mio sito sul Ceara con una vasta e articolata sezione su Fortaleza:
http://www.mostachetti.net/
Per quest'ultimo sito sono sempre alla ricerca di notizie e foto, per integrare le informazioni storiche, geografiche e a volte di "colore".

alessandro ha detto...

Con molto piacere rispondo al gentile lettore Michelangelo che mi chiede circa i motivi che mi portano a vivere qui: ho un figlio che vive in Brasile da molti anni e che non potrei portare in Italia. Piú che sufficiente come ragione, non trova? Non torno perché, oltre al motivo appena descritto, non so se potrei riadattarmi a vivere nel Belpaese dopo tanti anni: é molto cambiato ed io non lo riconosco piú.
Se potessi farei sí un viaggio, ma a ritroso nel tempo e tornerei agli anni 80, che mi mancano come mi manca quell'Italia: spensierata, prospera, semplice e con tanta voglia di crescere e di vivere.
Sono critico verso il Brasile perché mi fa male vedere tante cose non funzionare o vedere il popolo maltrattato ed ingannato e vorrei che questo fosse, per tutti, un posto migliore... comunque ero critico anche della situazione e dei problemi italiani tanti anni fa!!
Su Scappo.it ma anche sul mio blog, cerco di mettere in guardia gli illusi in perenne ricerca della "terra promessa" o del "paradiso perduto": questo é un paese molto differente dal nostro e del quale si conoscono solo dettagli da agenzia di viaggio. La realta brasiliana é complessa e sfaccettata e tale da trarre in inganno i meno esperti.
All'amico dell'Associazione Italiani del Ceará sono grato della visita ed ho subito provveduto a contraccambiare visitando il suo ottimo sito che includeró fra i miei link.