giovedì 21 giugno 2012

Fra insicurezza, cinismo ed opportunismo, chi paga é sempre il Popolo.

Straordinario il passare del tempo. Nel riaprire la pagina del blog mi accorgo di esservi stato assente da ormai sei mesi. L'ultimo blog poneva in risalto il problema della violenza, che io ritengo il principale in Brasile. Non si puó vivere senza libertá e non si puó vivere circondati dal rischio. Ebbene, come molti di voi immagineranno, il problema é ancora insoluto. Niente é cambiato, anzi forse addirittura peggiorato, promettendo ai cittadini ancora il brivido di vivere in un paese in guerra, come citato nel precedente post. Sotto l'azione costante dell'ipocrisia e del cinismo, i governanti brasiliani preferiscono fingere che il problema non esiste. Perché cambiare le Leggi? Perché ristrutturare il derelitto sistema penitenziario? Meglio far notare quanto é forte l'economia del Paese (altra bufala visto che siamo il Paese che meno cresce nell'America Latina dopo S. Salvador) quanto e rigogliosa la nuova classe media (che sguazza in un mare di prestiti e finanziamenti a tassi orripilanti del 100% annuali, quando va bene), quanto forte sono le industrie esportatrici (pochi gruppi multinazionali o monopolisti nazionali).
Allora, per cambiare un po' e raccontarci su qualcosa di differente dopo tanta violenza e disgrazie, il post di oggi, lo dedico alla Petrobras. La Compagnia Statale, monopolista intoccabile, protagonista lo scorso anno di un aumento di capitale da Guinness dei Primati, primatista mondiale anche nelle fantasmagoriche cifre che riguardano i suoi progetti d'investimento, quotati 225 miliardi di dollari nel piano quinquennale di sviluppo presentato l'anno scorso, ha attualmente deciso una strategia di austerity, procedendo al taglio di circa 8 miliardi  di dollari di progetti d'evoluzione.
La sua Presidente, che dicono i ben informati abbia cominciato in azienda ai livelli piú umili (proprio come il nostro indimenticabile Fantozzi), ha deciso di spingere su questa linea perché le Borse Valori apprezzano le aziende che effettuano tagli a progetti e programmi ancora embrionali (dirottando, aggiungiamo noi, magari, le ingenti risorse risparmiate verso altre speculazioni). La grande Impresa di Stato ha deciso quindi di tagliare, guarda caso, fra  i tanti, anche un progettino che riguarda molto da vicino noi abitanti del Ceará: la Raffineria. Vabbé, direte voi, sono strategie industriali... Oltretutto serpeggia la crisi mondiale, la retrazione dei consumi, il surriscaldamento globale, la febbre aftosa e decine di altre piaghe e quindi si puó benissimo risparmiare quei miliardi, che oltretutto andrebbero "solo" a creare una decina di migliaia di posti di lavoro, ad elevare il PIL regionale ed il PIL pro-capite in una regione dove quest'ultimo é fra i piú bassi se comparato con la media nazionale... Sui giornali di oggi compare peró una notizia: "Petrobras convince la Presidente Dilma ad aumentare la benzina del 10%". Come, dico io, fammi leggere bene... Si, proprio cosí. La Compagnia ha assoluta necessitá di provvedere all'aumento dei prezzi dei carburanti perché, secondo la sua Presidente "i prezzi attuali avevano creato un ristagno nella generazione di flusso di cassa, venendo l'Impresa a difettare di risorse necessarie per gli investimenti"!!  Signori, tutto il mondo é paese e chi paga, alla fine, é sempre e solo il popolo. Buon viaggio in Brasile a tutti!!