lunedì 12 agosto 2013

Traffico avventuroso (e pericoloso)

Succede ogni tanto di riflettere sulle tante, troppe, storture di questo Paese. Quando ho aperto questo blog l'ho fatto per cercare d'informare, mostrare la realtá per aiutare a prendere la giusta decisione. Il Brasile inizialmente ti ammalia, seduce e ti ipnotizza ma poi, inevitabilmente ti svegli dal viaggio e ne vedi, purtroppo, i lati peggiori. Che poi sono quelli che coloro che qui ci sono nati vedono da sempre ma fanno finta di nulla: non per niente si dice che in Brasile si vive un giorno alla volta. Questa provvisorietà, questo essere sempre nel mezzo dell'indefinito, dell'incompiuto, questa impossibilità di programmare, il perenne senso d'insicurezza, colpisce la maggior parte di noi europei, da mezzo secolo abituati alla vita stabile, pianificata, al welfare efficiente, il posto di lavoro sicuro, la pensione ecc. (ok, sappiamo tutti che le cose pure lì stanno cambiando...ma facciamo finta per un attimo di stare ancora al 2008, eppoi vedrete che le differenze fra "qui" e "lí" ancora sono tremendamente grandi...). 
Tornando alla mia riflessione di cui accennavo, bene, partiva dal presupposto che non di sola criminalitá si puó facilmente morire da queste parti (vedi post meno recenti e statistiche sui crimini), non solo di delinquenti comuni che, graziati da una legislazione ipocrita e paranoica hanno perso anche il minimo senso di rispetto per l'essere umano, non unicamente di fila d'attesa per un esame o un trapianto in unitá di salute che funzionano solo poco prima delle elezioni si lascia questo mondo. Come se non bastasse, il Brasile é infatti da record anche per le morti nel traffico di veicoli. Nelle grandi cittá come nei piccoli centri, nelle periferie come nelle vie del centro, anche qui le statistiche mostrano numeri da brivido: nel 2007 ci furono quasi 70000 morti (avete letto bene), per poi ridursi di qualcosa negli anni a seguire, forse quando, ma non é provato, la sproporzionata legge sull'alcol fu introdotta. La stessa fonte, molto autorevole, riporta che da queste parti il rischio di morire in un incidente di transito e doppio rispetto agli USA e triplo rispetto al vecchio continente, dove le morti sono in netta controtendenza. Le cause? torniamo su di qualche paragrafo e citiamo: "Questa provvisorietà, questo essere sempre nel mezzo dell'indefinito, dell'incompiuto...". Proprio cosí. Provate a circolare sulle strade brasiliane, soprattutto nel nordest, e, tranne in rarissimi casi, ve ne renderete conto. Una superstrada finita oggi domani comincerá a presentare strane e minacciose fessure nell'asfalto che presto si trasformeranno in buchi, i quali, malamente e frettolosamente tappati, trasformeranno presto, e sempre con quel senso dell'evoluzione verso il peggio, quella che era una strada in un percorso di guerra. Altri pericoli sono rappresentati dalla vegetazione mai tagliata che invade la carreggiata, dagli animali in libera uscita, cavalli, asini con due e quattro zampe, cani e gatti, dall'inesistenza di segnaletica orizzontale, di guard-rail, da improvvise mancanze di asfalto a causa dei lavori (molto rari e saltuari a dire il vero) di ricopertura asfaltica e che ti fanno compiere veri voli senza nessunissimo avviso di riduzione di velocitá, portandoti a transitare, magari in moto ed a 100 all'ora, su condizioni di fondo che imporrebbero una chiusura alla circolazione. E mettiamoci nel mazzo anche la mancanza di controlli di polizia, i camion caricati all'inverosimile che sfondano il fragile manto di asfalto e la popolazione che, inaugurata una strada, si ostina a costruirci catapecchie ai lati, provocando un vai vieni di attraversamento, fra veicoli sfreccianti, tentando la sorte, sfidando la morte. Qualcuno, intelligente, si chiede perché gli ingegneri non hanno previsto lí, in una superstrada a 8 corsie, un passaggio pedonale ed allora spacca a picconate, nel cuore della notte, gli spartitraffici per poter facilitare il passaggio dei "pedoni"...e va bene se, in mezzo alla strada e sempre di notte, non ci scarica un quintale di cemento facendoci una bella ed estemporanea cunetta! Dopo circa dieci morti, l'autoritá decide che quella superstrada é pericolosa e, piazzandoci un bel radar, ne limita la velocitá ad anacronistici 40 km/ora! Ma non era meglio proibire le costruzioni al lato?
Nei centri rurali invece la cosa si complica ed il pericolo é rappresentato, oltre che dai precedenti, anche da ragazzini di 12 anni che guidano ogni mezzo di trasporto, dalla bicicletta all'autobus, da moto che sfrecciano caricando anche 4 persone, tutte rigorosamente senza casco, tutti senza patente, tutti senza documenti in regola. Ma che bello! Che regno dell'assurdo. Tanti controlli e la galera a chi guida dopo essersi bevuto una lattina di birra ed il niente assoluto a pochi chilometri di distanza. Ovunque poi, nelle cittá, interno ed autostrade, milioni di autisti irresponsabili, visti personalmente spingendo a velocitá impossibili vere carrette oppure sfrecciando, sempre a velocitá assurde, con potenti SUV, radendo i malcapitati che si trovassero sul loro nefasto cammino; oppure entrambi, carrette e suv, a tagliare la strada senza avviso, a cambiare di direzione senza segnalare, guidando con il cellulare in una mano e l'altra sulla coscia della fidanzata; TIR impazziti frenando a pochi centimetri da veicoli che tentano di rispettare i limiti di velocitá. Il tutto senza apparentemente neanche un controllo a non essere quello fatto dai temuti "radar" che applicano multe salatissime ed alle quali sembra che ormai tutti si siano allegramente abituati: una bella inchiodata sotto la linea del sensore, chissenefrega di quello di dietro, e poi via sparando fino all'ultimo cavallo della carretta o del SUV. Patenti ed autoveicoli per tutti, signori ed andiamo avanti, fino all'ultimo cavallo. É la regola. Ci protegga Dio perché la situazione e lontana dal migliorare. Un saluto a tutti.