mercoledì 20 febbraio 2013

Le capitali del Nordest fra le cittá piú violente del mondo

Senza clamori eccessivi, come é ormai normale e confacente al piú tipico stile brasiliano, ovvero al famoso "tutto va bene Madama la Marchesa", é stata citata oggi da pochi e sparuti organi di stampa, una classifica stilata annualmente da una ONG messicana che lista le 50 cittá piú violente del mondo. Centro e sud America la fanno da padroni totalizzando 41 delle 50 piazze. Non poteva che essere cosí, visto che le stesse aree geografiche comandano anche la classifica per nazione, pubblicata in un precedente post. Il Brasile, chiaro, non poteva mancare in questo torneo e di queste 41 posizioni se ne garantisce 15, con Maceió addirittura brillantemente 6ª collocata, la "tranquilla e pacata" João Pessoa al 10º e, guarda guarda chi si vede, la nuova Capitale del Nordest, Fortaleza al 13º. Verrebbe quasi la voglia di trasferirsi a Brasilia, Curitiba e Belo Horizonte, appollaiate al fondo della classifica tra la 42ª e 49ª posizione, con percentuali dell'ordine dei 30/35 morti ogni 100.000 abitanti; o forse a Rio e San Paolo, ritenute le piú pericolose in Brasile ed invece fuori dalla speciale classifica che tiene conto del numero di omicidi complessivi per numero di abitanti. Tra l'altro, parallelamente oggi i giornali citavano il minor numero di morti all'anno avuto nel 2012 nello Stato di Rio, attestatosi intorno ai 4000 cristiani ammazzati, quasi ai livelli del Ceará, molto ma molto piú piccolo del potente e famoso Stato di Rio de Janeiro...Mi sovviene che qualcosa di sbagliato deve esserci non solo nelle tenere e compiacenti leggi  federali ma anche nelle politiche statali di approccio alla violenza. Logicamente, questi dati non impensieriscono i politici brasiliani, ne i legislatori,  che consentono ad esempio il regime di libertá vigilata ai Fratelli Cravino, autori di un orrendo duplice omicidio, dopo solo 6 anni di carcere, per altro neanche tanto duro. 
Coraggio amici, resistiamo indomiti fino alla nuova classifica 2014. Chissá che non riusciamo a vincerlo sto benedetto campionato!

domenica 17 febbraio 2013

Eccessi legislativi

Ci sono momenti in cui mi stupisco della radicalitá dei legislatori brasiliani. L'entrata in vigore, nello scorso dicembre, della nuova Lei Seca, ovvero i nuovi articoli che puniscono chi guida in "stato di ebbrezza" (lo messo fra parentesi perché, vedrete a seguire, come basterá poco ad entrarci in questo supposto stato) rappresenta uno di questi. 
É risaputo che ci sono due modi per cui una legge non c'entra il suo obbiettivo di giusta regolamentazione della vita sociale: quando non é applicata e quando é applicata in misura eccessiva, sproporzionata e non progressiva. 
Sono del parere che la nuova legge peggiori, se mai poteva farlo, la precedente. É una mia opinione. Sapete che sono polemico e spesso controcorrente ma credo che, anche stavolta, molti condivideranno. 
Togliere gli ubriachi dal volante, sacrosanto diritto della societá organizzata, non coincide col criminalizzare chi ha bevuto un bicchiere di vino a cena, o anche due. I due casi dovrebbero essere trattati progressivamente, il primo con l'arresto ed il secondo con una multa, anche questa progressiva secondo il tenore d'alcol riscontrato. Invece, il Brasile, il paese dei 40000 morti ammazzati all'anno, la terra col piú alto tasso di omicidi al mondo, forse per farsi ipocritamente perdonare le mancanze nella sicurezza pubblica e le leggi molli come burro fuso, si introduce prepotentemente nel novero dei 12 paesi al mondo in cui mangiare un cioccolatino al Rum e guidare spalanca, se pescati in flagrante "delitto", le porte delle patrie galere. Attenzione anche all'uso "sconsiderato" di prodotti per l'igiene dentale a base di alcool, perché pure questi, se mai non dovessero farvi passare una notte in cella, vi alleggeriranno comunque di quasi 2000 reais. Bello vero? Giusto? Nel passato carnevale, festa grande in Brasile, 90 km di percorrenza sulla statale litoranea nel Ceará, tre posti di blocco in cui, di buona mattina, i solerti agenti dell'ordine cacciavano disgraziati che avevano magari bevuto due birre la notte prima ed il cui organismo, particolarmente pigro, aveva commesso l'errore di non smaltire a sufficienza l'alcool introdotto.
Da non credere poi con quale cipiglio e serietá si sostiene la tolleranza zero: opinione contrarie non si vedono ne si sentono oppure sono, come lo sará la mia, fortemente osteggiate ed additate come prodotto di menti perverse, dedite all'alcool e quindi fortemente sofferenti di stati allucinatori. 
Mentre la "giustizia" randellava nel buio i cittadini onesti alla caccia di qualche deficiente che si ostina a guidare veramente ubriaco, nelle periferie di Fortaleza, le note e permanenti bande di criminali se la spassavano, armati fino ai denti in barba all'altrettanto radicale legge del disarmamento (e magari pure ubriachi!), in decine di regolamenti di conti e lotte per lo spazio vitale di smercio del crack. Le cronache hanno registrato 60 morti nei 5 giorni del grande "feriadao", un incremento al giá triste bollettino dell'anno passato. Qui la tolleranza zero, purtroppo, siamo molto lontani dal vederla. In questi casi, la legge si tappa gli occhi ed accetta supina, la societá civile non reagisce, le punizione sono ridicole, altro che Lei Seca.
Io non mi oppongo al controllo ed al regolamento, che deve esserci. Sono contro agli eccessi i quali producono solo problemi per persone, in linea di massima civili e tranquille, e che si trovano ad essere criminalizzate piú di un qualsiasi ladro e di un falsificatore di carte di credito.
Pensate come staremmo tutti meglio nel vedere, invece, la giustizia e le forze dell'ordine attive nella repressione totale di tutti i traffici di droga e di tutti i criminali a piede libero che fanno di questo Paese una terra in cui, tutti i giorni, ci si arrischia a vivere.