sabato 15 novembre 2014

Felici di stare lassú...

Parafrasando la famosa canzone, puntualmente e come promesso, vi aggiorno circa i progressi fatti dalle cittá brasiliane nel loro percorso vittorioso di raggiungere il top della classifica delle piú violente al mondo. Il precedente articolo, visibile cliccando qui ci mostrava la realtá del 2013: Fortaleza si piazzava 13ª mentre Maceió arrivava al 6º posto. La situazione (per i lettori che seguono il blog era chiaro), non poteva che migliorare ed infatti, eccoti servita la capitale del Ceará al 7º posto ed addirittura riducendo le distanze da Maceió, eterna rivale, ora al 5º posto.
Nessun miglioramento neanche a livello nazionale: infatti il Brasile aumenta le sue presenze nella nefasta classifica passando a contare 16 cittá rispetto alle 15 precedenti, registrando l'uscita di Brasilia e Curitiba ma guadagnando la presenza di Belo Horizonte, Aracajú e Campina Grande.
Da notare che quasi tutte le capitali del nord e nordest sono rappresentate mentre non troviamo le tradizionalmente ritenute violentissime Rio e San Paolo, avendo quest'ultime indici di omicidi per quota di abitanti minore. 
Riflettiamo anche sul fatto che, piú la ricchezza (cosiddetta, reale o inventata dal Governo) avanza e, teoricamente, tende ad avvicinare le due aree geografiche nord e sud, colmandone la disparitá economica, non succede invece, come da sempre dico, un miglioramento in termini di cittadinanza, di comportamento, di senso del rispetto e del dovere verso la comunitá e di civiltá. Vediamo invece imperversare tentativi di arricchimento fraudolento, brama di possesso di oggetti futili ma cari, furbizie, dominio pressoché assoluto delle droghe nelle periferie e nell'interno, aree in cui la pastura governativa del Bolsa arriva copiosa. Sicuramente c'é un nesso e comunque, occupazione fissa e miglioramenti economici non portano direttamente ad un miglioramento personale e delle comunitá in cui viviamo, per questo continuo a credere che sia necessario il ricorso a leggi severe ed a garanzie minori per i delinquenti, per affrontare l'emergenza in corso, lasciando le retoriche ideologiche di lato senza dimenticare comunque di educare le nuove generazioni meglio di quanto sia stato fatto finora. Senza interventi radicali, la testa della classifica sará presto raggiunta da una delle nostre cittá. Per coloro che volessero leggere la classifica, opera di una ONG messicana che da anni si impegna a catalogare questi dati, il collegamento all'articolo é disponibile qui.

domenica 5 ottobre 2014

Come ti invento un paese che non c'é.

Finalmente, dopo tre mesi di estenuante lavaggio del cervello, é arrivato il giorno delle elezioni. Siamo ancora una volta sopravvissuti all'anacronistica propaganda elettorale obbligatoria, martellata a reti unificate, ed agli spazi pubblicitari delle TV commerciali praticamente occupati a tempo pieno da questo o quell'altro candidato, tutti opportunisticamente alla ricerca di un lauto salario pubblico, tutti senza minimamente chance di modificare nulla. A proposito: ma dove li prendono i soldi?? Si tratta di miliardi spesi per niente, sacrificati sull'altare della cosiddetta democrazia, che permette, tra le tante assurditá come il voto obbligatorio, al presidente in carica di usare la macchina governativa per farsi rieleggere e perpetuare cosí lo scempio dei denari pubblici. La campagna elettorale é stata basata al 100% sulle balle raccontate dalla rossa-stellata ricandidata "Presidenta" con la benedizione di Santo Lulalá, patrono della patria. Il Paese non avanza? I dati sul PIL ed inflazione preoccupano? La moneta si svaluta? Niente paura. Sono solo illazioni della stampa reazionaria e antidemocratica (e mettiamoci pure al servizio degli americani, che non fa mai male!) che sparge notizie non veridiche. La Petrobras affonda? Con i suoi soldi si comprano raffinerie spendendo miliardi e le si vende ricavando milioni? La quotazione in borsa ai minimi? Ma chissenefrega compagni! Nel mio prossimo governo lotteró contro questa piaga che é la corruzione e la sconfiggerò con misure drastiche. (giá sentito dire dal metalmeccanico alcuni anni fa...); per ora, aumenta la benzina e la cassa alla Petro gliela rimpinguate voi! Le infrastrutture portuali, stradali e ferroviarie continuano precarie? Pochi, insufficienti e mal orientati gli investimenti nel settore? L'importante é dimostrare che il Paese ha speso, per il settore, negli ultimi anni, quanto mai fu impiegato dai governi precedenti. Poco importa poi che il 70% delle strade sia a livello di terzo mondo, che le ferrovie non esistano e che i porti li si faccia a Cuba invece che in Brasile e si spendano soldi per autostrade boliviane in maniera da permettere un migliore collegamento con l'economia "fiorente" di quel paese e con il suo prodotto di maggior consumo all'estero: una foglia ed i suoi derivati. Ma dai, vedila da un altro punto di vista: guarda come é aumentata la classe media! Proprio oggi, un giornale locale pubblica un articolo interessante in materia. Per essere classe media nel nordest bastano circa 300 Reais al mese per persona, considerato un nucleo familiare medio, con 1500 Reais si entra di diritto nel paradiso del consumismo brasiliano! Ho addirittura scoperto (ma ancora stento a crederci!) di appartenere al top della classe media, quasi nella medio-alta: sono quasi un ricco con i miei 1500 uniti agli 800 di mia moglie, frutto di 44 ore di lavoro settimanali e di 14 ore al giorno impiegate tra l'arduo compito di spostarsi a Fortaleza e l'esercizio della propria professione. Ed io che mi lamentavo! Meglio che sto zitto d'ora in avanti!! Molto interessante é sapere che un povero riesce a mantenersi con circa 100 R$ al mese... ma lo anno mai fatto un salto al supermercato? Qui una moto 125 cc, di manifattura e stile cinese, usata per il dislocamento cittadino delle classi basse costa circa 7000 Reais: come farebbe un povero a comprarla? Una vettura popolare, che esce dalle catene di montaggio brasiliane ancora con i vetri manuali, senza servo-sterzo e opzionali ormai basici in qualsiasi paese, costa la bellezza di 30000 Reais: come farebbe a comprarla un individuo nel Top Class media con la sua fantastica rendita mensile? Facile direte voi: finanzia l'acquisto! Calcolate allora gli interessi sull'operazione, a livelli del 100% annuale e vedrete che, anche se utilizzasse tutte le risorse guadagnate, ossia senza spendere nulla per affitti, alimentazione, trasporti, figli, vestiti, lavoro ecc, gli ci vorrebbero dai 3 ai 4 anni per sedersi sulla  fantastica vetturetta! Allora c'é qualcosa che non va nelle statistiche: in giro vediamo comunque un'economia che tira e qui, la macchina piú acquistata e la Toyota Hilux. Forse che i ricchi siano la maggioranza e non lo sapevamo? Un esimio dottore che commenta la notizia ci fa notare come il governo fissi arbitrariamente i valori come arbitrariamente inserisce tutti gli aventi diritto a sussidi federali come il famoso Bolsa Familia, nelle liste dei realmente impiegati, facendo precipitare l'indice di disoccupazione a livelli norvegesi. A mio parere, il quadro reale del Nordest di oggi e di una preponderante povertá, troppo assistita da misure governative palliative e da un'altrettanto estesa classe abbiente, composta in grande parte da commercianti, proprietari immobiliari e da moltissimi stipendiati d'oro dell'apparato pubblico federale e statale, sempre corteggiati in 12 anni di "lulapetismo". Le cose sono lievemente migliorate, lo ammetto, soprattutto qui nel Nordest dove una certa crescita é innegabile ma non mi sembra di vedere la divisione in classi segmentate con i valori mostrati dallo studio e neanche quella entusiastica tratteggiata dal governo ed utilizzata troppo spesso per vendere il paese lá fuori o nei periodi elettorali. Ma si puó continuare cosí? Si possono continuare a manipolare questi dati, pur nella considerazione che qualcosa é migliorato ma che ancora troppo ci sarebbe da fare? Potranno i brasiliani accorgersi di tutto questo e con il loro voto porvi rimedio, magari provando a cambiare gli attori politici? Il sistema politico brasiliano é molto complicato e fatto su misura per perpetuarsi a scapito della societá e dei suoi bisogni. Ho qualche dubbio che possa presto esservi un rimedio, ma ci spero!

martedì 16 settembre 2014

Rapine sulla Beira Mar: é cessato l'effetto Coppa

Le auto-pattuglie sono moderne: l'efficacia peró é dubbia.
L'articolo precedente, che tracciava un parallelo tornando indietro a cinque anni fa, analizzando alcuni degli atavici problemi del Paese, aveva ricevuto il commento di un lettore che forniva la sua recente esperienza di Fortaleza, cittá nella quale tornava dopo cinque anni e dove, visitando le sue regioni piú turistiche, vedeva molto migliorato l'aspetto sicurezza. Nella risposta, avevo sottolineato come le aree turistiche stessero beneficiandosi di un sistema di sorveglianza messo in atto durante la Fifa World Cup 2014 e quindi sperimentassero meno criminalitá. A smentire me ed il lettore, un articolo (potete leggerlo qui), apparso sulla prima pagina del quotidiano "O Povo" di Fortaleza. La cronaca narra la brutta avventura vissuta per un consigliere comunale in carica, il quale, passeggiando con un amico, ex consigliere comunale, nelle vicinanze del famoso Giardino Giapponese, quindi in una zona eccellente del lungomare della capitale, é stato vittima di una rapina a mano armata, umiliato e picchiato da malviventi, dileguatisi in pochi minuti dopo averlo derubato. La polizia é arrivata, frettolosamente, circa 45 minuti dopo, in tempo comunque per sentire le lamentele dello sventurato a rispetto del perfetto sistema di sorveglianza messo in pratica dall'attuale governatore. Signori, la situazione qui é questa, volente o nolente. Molte aree del paese sono pericolosissime ed é inutile nascondersi dietro realtá fittizie: solo un drastico cambiamento del codice penale ed una maggiore efficacia della polizia, il cui effettivo é troppo ridotto per rispondere all'attuale livello di criminalitá, potranno cambiare le cose. Oggi i banditi in Brasile sono troppi, si fanno a beffe di tutto e di tutti e le leggi non intimoriscono piú; Lo sfrenato garantismo e l'inversione dei valori hanno vinto: che ci protegga Iddio.

lunedì 8 settembre 2014

Cosa é cambiato in cinque anni

Mi sono accorto che il blog é invecchiato. Alcune notizie ora sono utilizzabili a livello storico-statistico. Questo mi fa piacere. Su gentile richiesta di un nuovo lettore, il quale suggerisce di provare a tracciare un parallelo fra la situazione che ha letto in un mio post pubblicato nell'ormai lontano 2009, riportante il titolo "futuro in evidenza" e la situazione attuale, provo a cimentarmi nel tentativo, decidendo di farne un nuovo topico proprio per la sua importanza d'analisi in uno spazio temporale ormai quinquennale.
Allora: vediamo cosa ritenevo potesse portare vantaggi stralciandolo direttamente dall'articolo.
2009"Il paese ha raggiunto lo status di " idoneitá ad investimenti internazionali" come sancito dalle principali agenzie finanziarie; ha una moneta stabile e riserve monetarie ingenti ed in aumento, tanto da permettersi, durante la recente crisi, di prestare soldi all' FMI; Grandi imprese ben capitalizzate e nei settori trainanti come l'energetico, imprese che sono molto ben valutate; un mercato interno grande, molto vivo e dinamico; Ha scoperto riserve di petrolio in mare e che lo porteranno ad essere il sesto produttore mondiale nel 2030 ed il decimo come riserve; politicamente molto attivo a livello internazionale con un Ministro degli Esteri considerato tra i migliori al mondo é in procinto di conquistare la poltrona di membro permanente del consiglio di sicurezza dell'ONU; Ospiterá i mondiali di calcio del 2014 e le Olimpiadi del 2016"
2014: Il paese é ancora solido finanziariamente e considerato buon pagatore. Il suo rating é rimasto stabile. Il debito verso l'estero é aumentato portandosi a circa 320 MLD USD ma anche le riserve in valuta internazionale sono ingenti, superando il debito; Il cambio, un po' altalenante, non ha aiutato troppo ma, alternativamente, ha favorito ora gli esportatori ora le imprese importatrici. Le grandi imprese rimangono sostanzialmente forti ma con un cedimento sensibile della Petrobras, succhiata politicamente dal succedersi di governi PT-PMDB. Il futuro stesso dell'impresa é in discussione: privatizzazione d'emergenza a prezzo di banane o tentativo di risanamento e ristatalizzazione? Il mercato interno continua forte (sebbene con una minore propensione all'acquisto sorta proprio in quest'anno), tanto da influenzare fortemente i capitali in entrata che si dirigono a sostenere l'import d'imprese nazionali che alimentano il mercato interno, piuttosto che a strutturare societá che potrebbero rafforzare l'export. Il petrolio chiamato "pre-sal" comincia ad essere pompato e venduto ma gli effetti economici ancora non si vedono: salverá forse la cassa della Statale del petrolio? La Petrobras vende grezzo e compra raffinato continuando con flussi economici spesso sconfinanti nel rosso. La politica estera invece si é rivelata fallimentare soprattutto nell'ultimo governo Dilma: pessime decisioni legate ad un intramontabile credo ideologico hanno finito col prevalere ed isolato il paese dal mondo che conta, avvicinandolo al blocco bolivariano del sud-america. Il posto di membro permanente se lo sono sognato ed i Mondiali hanno portato solo caos nelle cittá per lavori spesso futili ed una perdita di PIL durante i trimestri prima e dopo l'evento... Comunque hanno proiettato cittá come la nostra in un ambito internazionale.
2009grandi sacche di emarginazione, milioni di miserabili ed analfabeti, distribuzione assolutamente non equilibrata della ricchezza, istruzione pubblica e sanitá allo sfascio, trasporti precari, strade bombardate e pericolose, criminalitá dilagante per il massiccio aumento di commercio di droga e per la scarsa efficacia della polizia e della lentissima giustizia per leggi antiche, non adeguate agli eventi e spesso neanche applicate, corruzione, indisciplina ed irresponsabilitá in generale dovuta a poco controllo da parte delle autoritá, parti interne del paese in abbandono e metropoli sempre piú grandi ed invivibili.
2014: L'analfabetismo é complessivamente migliorato ma negli ultimi anni dell'era Dilma é tornato alla flessione. È migliorata la distribuzione della ricchezza anche se non di molto. Sicuramente meno popolazione in regime di indigenza. Alcune opere pubbliche hanno migliorato le infrastrutture ma il Brasile dovrebbe spendere almeno il 7% di PIL in investimenti se volesse un vero miglioramento mentre ne stanzia solo il 2%. Criminalitá: peggiorata quasi ovunque la situazione e lo sanno bene i lettori che seguono il blog (peraltro mi sono stancato di pubblicare notizie su assassini e omicidi...). Non sono state fatte riforme necessarie: Tributaria, Codice Penale, Procedura Penale, Politica ed Agraria. Insomma: un bel tirare a campare negli ultimi anni anche se con un lieve miglioramento.
I governi Lula e Dilma hanno fatto alcune cose positive sul piano sociale, controbilanciati da fenomeni di corruzione e di controllo predatorio delle risorse davvero sensazionali: é ora tempo di governi che rilancino l'impresa ed il capitale, eticamente e nel rispetto delle condizioni di crescita sostenibile. Speriamo in bene!

giovedì 21 agosto 2014

Per quel pugno di voti.

Aperte le danze elettorali, precipitato misteriosamente l'aereo di uno dei migliori pretendenti (a proposito: tutto apparentemente segretato, emerge solo, tra lo stupore generale, che la scatola nera riporta conversazioni di un'altro volo e che l'areo, che un video ritrae mentre cade come una pietra, ha semplicemente "perso portanza" durante il tentativo di decollo!!), ci si ritrova comunque ad auspicare un cambiamento generale.
Personalmente ritengo che il Brasile abbia perso una grande occasione in questi ultimi dodici anni. Il gigante, da sempre assopito, si é svegliato, stiracchiato, ma poi, sotto il pesante influsso ideologico e la palese incompetenza dei suoi domatori, si é steso ed é tornato a dormire. L'ultimo sussulto fu la coppa , ma pure lí la bastonata presa con la Germania é servita, se non altro, per ribadire la necessitá di un riposo o meglio, di una degenza. 
Il gigante ora dorme. Tutti noi abbiamo perso il momento giusto, l'attimo perfetto per trasformare il Paese. Le riforme, quelle che lo avrebbero lanciato nella competizione internazionale con lo spirito di primeggiare, quelle che avrebbero dovuto semplificare, punire i colpevoli, migliorare, moralizzare ecc, sono state coscientemente promesse ma mai eseguite dal partito rosso-stellato al comando. Chiaro che a loro non gliene poteva importare di meno: il loro ricco bottino é stato ampiamente garantito e, per non scontentare l'ala piú ideologizzata, quella che ancora crede al mito bolivarian-cheguevarista, si é scelto, di mantenere ancorato il Paese al blocco dei falliti dell'america del Sud, Argentina e Venezuela, mentre il flirt con Cuba e Bolivia si mantiene appassionante (con profusione di denari pubblici per costruire porti nell'isola caraibica). Ora la sfida si sposta in televisione, dove, come al solito, é tornato a seccarci l'orario elettorale gratuito obbligatorio. Dovete sapere che qui é obbligatorio votare ed é obbligatorio che le televisioni, in perfetto sincronismo d'orario, concedano ore a centinaia di partiti, movimenti, liste e candidati, tutti a dire le loro ricette magiche e tutti convinti di cambiare in meglio. Qualcuno, come il deputato Mauro Filho del Ceará, addirittura si sbilancia affrettandosi a chiedere al parlamento locale, di approvare una modifica costituzionale che permetta alle migliaia di "chiese" evangeliche e affini, oltre a non meglio identificati "luoghi di culto", di poter essere costruite e gestite senza nessun obbligo di legge per quanto riguarda i permessi, estendendo questa deregulations anche all'obbligo di rispettare il volume durante le strampalate funzioni che sempre piú si assomigliano a sagre paesane con bande e gruppi stonati ma rigorosamente dotati di martellanti e completissime batterie. Pensa che invenzione il deputato: con tutto quello che poteva fare per pensare a risolvere i problemi (troppi) che attanagliano la gente normale, quella che, al contrario di qualcuno, lavora anche 12 ore al giorno, s'infila negli autobus stracolmi che si incastrano irrimediabilmente in un fiume stagnante di veicoli, simbolo glorioso della potenza del gigante e dei suoi addestratori, s'impegna in una crociata contra una supposta prevaricazione degli organi di controllo ai danni di questi "poveri" centri di culto che fanno solo bene alla gente. Cosa si fa per un pugno di voti in piú!

mercoledì 13 agosto 2014

Addio Eduardo Campos.

Oggi avevo pronte un paio di notizie che fornivano un ritratto fedele della situazione di stagnazione in cui versa l'economia brasiliana, prigioniera di logiche terzomondiste e bolivariane da ormai dodici anni... nel leggere stavo considerando come sarebbe stato bello avere un'alternativa al governo, qualcuno che potesse cambiare le obsolete ed inadeguate politiche tributarie che impediscono la crescita economica, sfoltire il grappolo di ridondanti e superflui ministeri o che potesse dare una scossa al radicato immobilismo in materia economica. Purtroppo, proprio mentre meditavo sul da farsi, sono stato colpito dalla notizia che uno dei candidati, uno di coloro che potevano intraprendere le azioni riformiste tanto sperate, é deceduto in seguito ad un incidente aereo.
La sfortuna ha colpito Edoardo Campos, economista, simpatico, sorridente, il volto giovane della politica brasiliana con un futuro davanti, volitivo ex governatore di Pernambuco. Lí, in otto anni, ha contribuito a fare emergere lo Stato come uno dei piú promettenti economicamente, cambiando il volto delle infrastrutture, dei trasporti e della capitale, oltre che riducendone di molto gli elevati  indici di criminalitá. Chissá cosa é successo a quel Cessna Citation, bimotore a getto nuovo e dalle elevate performance, che trasportava la comitiva nelle tappe serrate della faticosa campagna elettorale. Dicono che stesse tentando un'atterraggio a Santos ma, per cause ancora da accertare, abortito il contatto col suolo, ha tentato di riprendere quota schiantandosi poco dopo in un quartiere residenziale. Da quello che ho appreso, si esclude che si tratti di attentato, per la dinamica con cui si é svolto l'incidente. 
Colpisce comunque. Un uomo é sempre un uomo, anche un politico, anche un Presidente. La morte spesso ci attende dietro l'angolo: non vota e non attende gli esiti delle tribune elettorali, come spesso non attende la nostra piccola ma indaffarata vita.

lunedì 14 luglio 2014

Dopo la Coppa il Brics!

Non c'é tregua per la frenetica vita di Fortaleza, ormai proiettata sui grandi scenari internazionali. Appena finita la Coppa del Mondo di Calcio, la seconda realizzata in terra brasiliana e forse ancora peggiore della prima per la delusione generata nei tifosi verdeoro, comincia nel Centro Eventi del Ceará, richiamando un grande spiegamento di forze e misure eccezionali antiterrorismo, l'incontro d'affari dei Paesi del blocco politico-economico BRICS. La Coppa, la piú cara di sempre, realizzata con i soldi pubblici in massima parte e della quale i brasiliani ricorderanno soprattutto il tragicomico 7-1 inflitto dalla Germania, poi vittoriosa in finale contro l'Argentina, nell'aggiudicarsi la sua quarta stella, é stata senza dubbio bene organizzata. Quando i brasiliani vogliono, ci sanno fare e questo é forse quello che piú ci fa incazzare: perché non fare sempre il meglio che possiamo fare? Perché non fingere che ci sia sempre una Coppa in atto e sempre un controllo della Fifa dietro l'angolo? Perché non trasformare questo paese e farlo finalmente diventare grande? L'aeroporto internazionale di Fortaleza, il quale era stato dichiarato assolutamente troppo piccolo per ospitare l'afflusso dei mondiali e per questo aveva ricevuto un benedetto appalto per lavori da centinaia di milioni per il suo ampliamento, ha invece stranamente fatto il suo dovere, raddoppiando le operazioni con punte di quasi 300 tra decolli e atterraggi e quindi destando piú di un sospetto sulla necessitá delle opere e su chi le ha tanto caldeggiate. In questi giorni, vi atterrano i grossi liner dei capi di Stato dei Paesi Brics, portando nuovamente quella sensazione di essere al centro del mondo per una cittá che sotto i riflettori ha cominciato a starci da pochissimo. La notorietá acquisita con la Coppa del Mondo, che ha permesso a Fortaleza di ospitare addirittura i quarti di finale del torneo e poi come sede dell'importantissima riunione internazionale, speriamo possa presto prendere il posto, fra i luoghi comuni collettivi di chi poco la conosce, di una metropoli che compariva fra le prime mete per turismo sessuale e fra le piú violente capitali al mondo. Per chi l'ha vissuta in una delle cittá sede, la Coppa ha cambiato drasticamente la vita metropolitana degli ultimi quattro anni, imponendo lavori ed opere della cui utilitá ancora ci interroghiamo (vedi sopra), visto che i lavoro non sono nemmeno terminati in tempo utile e la cui mancata esecuzione non ha inficiato minimamente lo svolgersi del torneo; ha creato cambiamenti, adempimenti, generato aspettative spesso infondate. Ora, spenti i riflettori, peró, ci accorgiamo che, forse, quello che piú la Coppa ci ha lasciato é, semplicemente, nostalgia per una cosa unica, che per quattro anni fece parte della nostra vita e che probabilmente non rivedremo piú...ed un poco dispiace!

giovedì 3 luglio 2014

C'é la Coppa, la protesta si ferma.

Come era ampiamente prevedibile da tutti coloro che condividono con me qualche decennio di Brasile, le proteste sorte spontaneamente l'anno scorso, tutte giustificate e condotte da una popolazione avvilita, impoverita ed assetata di miglioramenti seri della propria condizione di vita, rivoltata con le spese miliardarie di quella che é la coppa piú cara mai realizzata (piú delle recenti due edizioni e tutto con soldi pubblici!!), si sono spente alle prime bordate dei mortaretti scoppiati a milioni nelle periferie, nei paesi, nelle spiagge del gigante sudamericano al momento dei gol della squadra verde-oro. Le prime reti del giocatore piú caro ai media (dopo Balotelli), l'asso brasiliano Neymar, (perché il popolo brasiliano ha sempre bisogno di un asso su cui identificare la squadra e la nazione, molto meno di una squadra coesa e organizzata), hanno coinciso con il rasserenarsi degli animi. Tutti a guardare la "seleção": al bar, in piazza, in spiaggia, nelle viette di periferia con l'asfalto dipinto in giallo verde e migliaia di banderuole appese fra i balconi o tra i pali della luce, a simboleggiare l'unitá di una nazione. C'é da dargliene atto: il popolo si stringe attorno alla squadra che li rappresenta. La nazione si ritrova, mentre in Italia, anche questo ultimo ricorso sembra essersi per sempre perduto, lasciandoci soli: individui senza credo, fede, patria, paese e..squadra nazionale! I brasiliani li invidio per questo. Si sentono grandi almeno in questa occasione. Cantano l'inno a squarciagola, agitano bandiere e si sentono un popolo il cui futuro migliore, magari ancora nebuloso e insicuro, immaginano, desiderano e assaporano. Anche la Presidente ed il partito che la sostiene, in declino di popolaritá accentuato, si avvantaggiano di questo clima di festa, aumentando nei sondaggi per le imminenti elezioni di ottobre. Che fare? Tifare contro per sperare che l'attuale stirpe politica ci lasci definitivamente e si passi a quel cambiamento mai veramente avvenuto, sperare in una eliminazione del Brasile spinti da antiche rivalitá di Campioni del Mondo (ricordiamo il 1982 ed il 1994) o rimanere neutrali partecipando alla festa, che comunque é e resterá unica? Assaporiamo allora questi momenti di calcio, cercando di non pensare a cosa sará ed agli effetti che la Coppa lascerá: per le preoccupazioni c'é sempre tempo, come insegna il popolo brasiliano, e queste, sicuramente, non tarderanno ad arrivare, vista la situazione politica stagnante, la violenza ormai dilagante ed i fondamentali economici sotto accusa... Allora, cameriere, una birra, e vinca il migliore!

giovedì 29 maggio 2014

Un triste record.

Per il Paese che é il maggior vincitore di Campionati del mondo di calcio e che si appresta ad ospitarne uno, addirittura il piú costoso mai organizzato, il primato reso noto alcuni giorni fa dalla stampa nazionale non é sicuramente motivo di orgoglio. 
56337. Questo é il numero di morti violente avvenuto nell'anno 2012. Record da quando esiste un sistema per calcolarle. Maggiore delle vittime causate dal conflitto Ceceno degli anni 90. E c'é di piú: 29 sono i morti in media per ogni 100.000 abitanti. Un valore tre volte superiore a quanto é considerato dalla OMS come epidemia... E pensare che alcune zone del paese, come Alagoas, raggiungono le 69 vittime per 100.000 abitanti. Ma, a proposito: dove sono le organizzazioni internazionali? l'ONU, Medici senza Frontiere, le Chiese, i benpensanti, i sinistrati di turno con le bandiere e le facce di Guevara vari, quelli che sono sempre in prima fila ad ogni conflitto, a patto che coinvolga gli USA? Qui tutto tace, anche perché il governo rossostellato di Lula e Compagni, si dice in giro, da queste parti stia compiendo il miracolo: trasformare una massa di 100 milioni di poveri in consumatori fedeli, tutti muniti di carte di credito per l'accesso di diritto alla classe media, un tempo odiata dai vertici di partito e chiamata "borghese". Magari fosse vero. Magari ci fosse questa trasformazione e fosse anche un poco culturale. Non si vede un cenno di cambiamento fra i signori imperturbabili seduti a Brasilia. Votati per forza da un elettorato che non puó opporsi e non ha scelta, tale é la mediocrità che accomuna i vari pretendenti le molte e strapagate cariche politiche, lor signori ignorano e fingono. Si oppongono a qualsiasi misura che cambi il debole ed antiquato codice penale ed a quelle che modifichino gli apparati di polizia. Fino a dove si arriverá? Ah, dimenticavo. Il Ceará e Fortaleza sono fra gli stati in cui gli indici risultano piu aumentati. Proprio un bel lascito per i Governatore uscente, grande alleato fedele prima di Lula (ma tutti lo erano a quel tempo!) e poi della Dilma, ad oltranza. Colui che aveva fatto della sicurezza una bandiera. Oggi, il telegiornale locale ha mostrato la paralisi generale del trasporto pubblico di Fortaleza a seguito dell'efferato omicidio di un autista e del grave ferimento del bigliettaio durante una delle tante rapine. Ricaduta immediata sulla popolazione piú umile che non ha potuto raggiungere il lavoro. Vari autobus distrutti a pietrate da scalmanati. La polizia interviene quando tutto é a pezzi.  I terminal, privi di controllo e di agenti di sicurezza, sono piazze di guerra. Supposti ladri di portafogli sono linciati in via pubblica da una folla inferocita. É tutto vero: é il Brasile che ha appena speso 30 miliardi per organizzare la Coppa del Mondo 2014 ma non riesce a dare al proprio popolo un minimo di sicurezza e la sensazione che le leggi e lo Stato di Diritto esistano ancora. 

lunedì 19 maggio 2014

COMMENTIAMO!

Ho da poco scoperto che i commenti sul mio blog, funzione da me abilitata, non apparivano per qualche problema di configurazione. Ora, a seguito di una semplice modifica, il modulo per commentare riappare ed il servizio funziona normalmente.
Mi scuso con tutti coloro che possano aver inutilmente tentato di commentare i miei post: vi garantisco che non era mia intenzione evitare il dialogo al quale ho sempre tenuto.

Un saluto a tutti. 

venerdì 9 maggio 2014

L'anomalia virtuosa del "Bolsa Familia"

É notizia recente che il Governo Federale guidato da Dilma Roussef, ha aumentato le contribuzioni relative al piano assistenziale "Bolsa Familia" del 10%, ossia per un valore ben superiore all'aumento del costo della vita e dell'inflazione.
É molto difficile non ritenerla una misura "pro-voto", vista l'imminenza delle elezioni e, soprattutto, vista la caduta di consensi in atto sul governo Dilma. Insomma, coi soldi dei brasiliani che sudano e lavorano in condizioni spesso estreme, il governo social-comun-capital-qualcosa investe nella sua ennesima rielezione, scommettendo proprio su quelle masse degli strati sociali piú bassi ed economicamente meno attivi che ne avevano decretato il successo nei plebisciti anteriori. 
Alla classe media, dileggiata, irrisa, svilita ed addirittura odiata da alcune eminenti teste vicine alla elite di governo, lo stesso gruppo di comando regala invece tasse in aumento, inflazione in salita e servizi sempre piú precari e scadenti. Pensare invece che lo stesso comparto sociale é, invece, tanto inneggiato quando, nei palcoscenici internazionali, la stessa elite dimostra fantastiche cifre che spiegano il volo del gigante brasiliano e l'entrata nel paradiso della classe media di milioni di ex-poveri. Enfatizzando come ció sia dovuto proprio ai programmi sociali come quello in oggetto, i signori si perpetuano al comando e perpetuano lo stato d'inattivitá di altrettanti milioni di persone che, ignorando persino cosa possa essere la famosa classe media, preferiscono godere dei privilegi dati gentilmente dal Governo, rimanendo passivi ed inattivi, senza necessitá di migliorare la propria condizione personale ed il proprio ruolo di cittadini, rifiutando lavori regolari che porterebbero alla sospensione del beneficio, fino al momento del riconoscente voto elettorale. 
Fino a quando? Ho l'impressione che questa sia la vera "bolla brasiliana" e non quella finanziaria od immobiliare come molti credono... É notorio, anche a chi, come me, non ha affrontato seri studi di economia o a chi d'essa é appassionato o semplicemente curioso ed interessato, che i programmi pubblici di assistenza (e in Italia conosciamo bene cosa sono...), pure importantissimi in un paese con grande disuguaglianza economica e basso reddito medio come il Brasile, devono avere un fine chiaro e, soprattutto, un termine preciso. Altra regola fondamentale é che debbano progressivamente ridursi, sia in quantitá nominale di erogazione e sia in numero di persone a cui il beneficio si destina; anzi, questa é l'unica indicazione che sottolinea come i provvedimenti abbiano sortito l'effetto sperato. Lo stato attuale in Brasile denota invece un'economia che ha utilizzato e continua ad utilizzare anestetici, che hanno permesso che a beneficiarsi ampiamente della situazione fosse il mercato interno ma che cominciano a dare al malcapitato paziente (l'economia nazionale) segni di assuefazione oltre che a provocare, come il fumo per i feti in formazione, gravi danni sulle future generazioni: che facciamo dottori, aumentiamo la dose? Si.

lunedì 7 aprile 2014

Povera Patria dei Diritti Umani

Da qualche giorno, la giornalista piú seguita del paese, Raquel Sheherazade, non appare piú in TV con i suoi sagaci ed intelligenti commenti. L'unica professionista dell'informazione che aveva il coraggio di dire ció che tutti pensano e che quindi dava voce a quel popolo stufo, inorridito da tanta violenza e stanco di ingiustizie partitiche e delle troppe giustificazioni e perdoni, é stata censurata ed allontanata dalla televisione in cui era anchor-woman del telegiornale serale. Il suo torto? Criticare spesso il democratico governo rosso da 12 lunghi ed estenuanti anni al potere o, come recentemente, probabilmente la goccia che ha fatto traboccare il vaso, comprendere e non ripudiare il comportamenti di alcuni cittadini che, stanchi di subire le conseguenze di una giustizia inutile e di una polizia ormai priva di entusiasmo e di organico, avevano legato ad un palo, con un catenaccio di bicicletta, un noto ladro della zona. É bastato che la poveretta "comprendesse" il gesto per scatenare l'ira degli sfaccendati paladini dei "diritti umani", gruppi pestilenziali di area politica conosciuta, i quali hanno ricevuto, direttamente da Dio, qui come in Italia, il diritto di cambiare il mondo a loro piacimento, fregandosene delle opinioni altrui e assolutamente non considerando i diritti di coloro che tutti i giorni perdono figli, mogli, padri, amici, vittime di una violenza criminale e dei criminali, nelle stanze dei bottoni, che la giustificano. La patria del Diritto Umano (secondo loro) affonda sotto il peso degli oltre cinquantamila morti ammazzati all'anno. Coloro che pensino di trovare qui la libertá che credono perduta in Italia sono accontentati. Tempi bui per questo paese.

sabato 5 aprile 2014

Brasile, indice IPS: fra gli ultimi a garantire la sicurezza personale

Pubblicate recentemente le classifiche riguardanti l'indice IPS, un sistema di valutazione della situazione sociale di 132 paesi, studiato da tecnici e studiosi del MIT e giá avallato ed utilizzato da numerose ONG di carattere mondiale. Misurando, attraverso numerosi parametri, come sono utilizzate le risorse provenienti dal miglioramento della situazione economica dei vari paesi, l'intenzione dell'indice é spronare i governi e le istituzioni ad un effettivo progresso e non solo ad una crescita economica alla quale non segue il necessario sviluppo. Il Brasile, occupando il 46º posto,  é il primo paese dei BRICS per posizionamento, superando facilmente il Sud Africa al 69º. Risulta peró molto indietro rispetto ad altri paesi sudamericani, come Cile, Uruguai ed Argentina. É soprattutto il parametro "libertá e scelta personale" a fare emergere il paese sudamericano al 27º posto ed a renderlo sicuramente uno dei paesi piú appetibili, nel gruppo degli emergenti, per investimenti imprenditoriali ed attivitá personali. 
Il grande problema che evidenzio in continuazione é peró quello della sicurezza personale. Anche l'indice IPS, attraverso un suo parametro, denota la drammatica situazione in cui versa il paese in questo settore primario per l'essere umano, situandolo alla 122ª posizione su 132 paesi analizzati!! Ma dove sono i governanti di questa nazione? Non ascoltano le grida della popolazione e non analizzano, come facciamo noi, i dati proposti a livello internazionale dagli istituti di ricerca e statistica specializzati? Fino a quando dobbiamo assistere a questo triste spettacolo di violenze, paura e crimini?

sabato 29 marzo 2014

La Coppa della discordia

Nel diario di viaggio che é diventato questo blog, pubblico oggi uno stralcio apparso sui principali giornali locali e relativo all'intervento del Deputato H. Ferrer, del Parlamento del Ceará, notevolmente attivo nell'evidenziare le assurditá e gli sperperi effettuati dai governi brasiliani a tutti i livelli dell'ordinamento federale. Il Parlamentare ha protestato con veemenza, durante i lavori in aula, criticando le ingenti spese derivanti dai lavori di adeguamento per la Coppa del Mondo di Calcio 2014. Il Deputato ha citato l'attuale Governo Federale ritenendolo "irresponsabile". Infatti, le ingenti spese per le infrastrutture volute dalla FIFA (grande apparato mangiasoldi, aggiungo io) stridono con la reale situazione del Paese e con una popolazione che, in massima parte, non ha visto negli ultimi anni cambiamenti positivi. Citiamo alcuni casi: un Paese che é la sesta o settima economia del Mondo ma che conserva un disequilibrio sociale enorme (vedi il post riguardante i valori di IDH medi in una cittá come Fortaleza); dove muoiono ogni anno 50000 persone vittime di omicidio e piú di 50000 altri disgraziati muoiono invece per incidenti stradali, il piú delle volte procurati per mancanza di controllo di polizia (insufficienti gli agenti sulle strade) e per infrastrutture in deprecabili condizioni; dove non si spende a favore di un rimodernamento delle periferie, delle strade, delle scuole, delle infrastrutture in generale; dove piú del 70% dei brasiliani guadagna, al massimo, 500 euro; dove un precario sistema di salute pubblica si mantiene con meno di un miliardo di Reais effettivamente spesi a fronte dei 30 miliardi utilizzati per i lavori dei Mondiali... Il Deputato chiude dicendo che nulla di quanto fatto in questi anni per la Coppa del Mondo avrá grande valore per il prossimo futuro e che la Fifa non dovrebbe permettere che un Paese che non é in grado di risolvere problemi primari come quelli sopra citati e che delude i cittadini sistematicamente, ospiti i Campionati. Io concordo totalmente e sottoscrivo la presa di posizione. E poi vi chiedete ancora, in Europa, perché la gente in Brasile protesta?

venerdì 14 marzo 2014

Giustizia e diritti del cittadino: qualcosa funziona (e bene!)

Tendiamo a vedere e sottolineare i problemi e le cose che non funzionano e questo é naturale: siamo sempre insoddisfatti e tendiamo naturalmente al miglioramento. Oggi vorrei citare, positivamente, l'azione dell'Anatel (autority per il controllo delle telecomunicazioni), Procon/Decon (assessorato e ministero del consumatore) e Defensoria Pública (avvocati e specialisti giudiziari a disposizione gratuitamente). Recentemente, un noto provider telefonico brasiliano dal quale mi sono dovuto staccare per comprovata inefficienza, voleva appiopparmi una multa di 300 Reais a titolo di mancata fidelizzazione di contratto. Ovviamente avevo tutte le ragioni dalla mia parte e non sto a raccontarle. Basti pensare che la citata ammenda mi fu contestata all'atto della cancellazione della linea in maniera ricattatoria. Ebbene, ho subito allertato l'Autority Anatel, la quale dispone di un accessibile portale internet dove, previo breve registrazione, é possibile fare le proprie lamentele. Ho sempre ottenuto risposta rapida da parte dell'Autority che si é sempre disposta in maniera da risolvere le controversie. Anche nell'ultimo caso, appena riferito, l'intercessione dell'Anatel ha permesso che l'azienda telefonica mi contattasse, annullando la multa per non applicabilità, addirittura chiedendomi scusa. Nell'ipotesi che le cose non potessero essere risolte al primo livello, mi sarei preparato comunque a sporgere denuncia ad un ente come Procon/Decon. Il primo funziona come vero e proprio assessorato alla difesa del consumatore, l'altro effettua la stessa attivitá ma patrocinato a livello di Stato. Entrambi servono a redigere le denunce, effettuare il tentativo di soluzione amichevole ed eventualmente inoltrare ad istanza giuridica la vertenza aperta. L'ultimo citato e la Defensoria. Il cittadino vessato, il cui guadagno non superi i tre salari minimi, potrá rivolgersi gratuitamente all'ente giuridico che lo assisterá durante tutta la causa, sia dalle fasi istruttorie che in quelle di definizione e di sentenza. Ho personalmente utilizzato il servizio, avvalendomi dell'aiuto iniziale del Nucleo di Praticantato Giuridico di un'importante universitá locale, durante un'azione civile, ottenendone grandi benefici e soluzione rapida. Per loro tutta la mia gratitudine e stima. Finalmente possiamo dire che non tutto é perduto ma, in alcune cose, il Brasile dimostra di essere piú avanzato di tanti paesi europei.

lunedì 3 marzo 2014

Chiuso per Carnevale:

É Carnevale in Brasile. Cittá semi-deserte durante quasi una settimana, tanto durano, da queste parti, i festeggiamenti carnevaleschi. Per la maggioranza dei brasiliani, un'insostituibile tradizione: una maratona di giornate all'insegna di bevute, musiche tanto fesse quanto assordanti e di sesso sfrenato (distribuiti centinaia di milioni di preservativi). Alcuni abbandonano le metropoli, specialmente per concedersi, piú saggiamente, momenti di riposo. Altri, come me, rimangono a godersi la cittá, i pochi locali aperti e gli ampi spazi lasciati nel traffico dalle migliaia di auto che, poche ore prima, si sono dirette verso le spiagge o l'interno, in fretta, per non perdersi le prime "attrazioni musicali" (virgolettato d'obbligo visto il dubbio gusto della proposta d'intrattenimento). Non mi é mai piaciuto e non ne capisco il perché ma se vivi qui devi farne i conti. Oltretutto, se parliamo di conti, occorre farli pensando a quanto salati saranno al ritorno. Visti i prezzi che ultimamente ci hanno sorpreso con gli adeguamenti d'inflazione d'inizio anno, quattro o cinque giornate di pazzia rischino di azzerare i giá scarsi bilanci familiari di molti brasiliani, i quali, comunque, poco sensibili alla programmazione ed alla parsimonia, scelgono ogni anno il famoso motto mediceo "chi vuol esser lieto sia, di doman no v'é certezza". Giovedí, comunque sará tutto finito. Saranno migliaia le vittime del traffico impetuoso di veicoli, dei molti ubriachi alla guida e migliaia i bambini senza padre che, non per colpa dei preservativi difettosi, fra qualche mese, andranno a impreziosire le strade di troppe periferie... 
Sorridi, popolino... e dimentica i tuoi problemi: un anno passa in fretta e tra poco sará di nuovo Carnevale!

martedì 25 febbraio 2014

Fortaleza nell'anno della Coppa del Mondo.

Il ritratto impietoso della Fortaleza 2014, anno dei Campionati di Calcio in Brasile, é stato pubblicato l'altro giorno da un quotidiano. Il quadro fornito é un legante micidiale di tutte le problematiche irrisolte: le delinquenze, le generazioni senza cultura e senza leggi, gli sperperi di denaro pubblico, l'esplosione demografica. Tutto coniugato a fornire la realtá di una cittá spaccata in tre. C'é la piccola area "europea" (attenzione a non esagerare prendendo troppo sul serio l'aggettivo...), quella intermediaria, indefinibile e quella, vastissima, del degrado e dell'impetuosa favelizzazione. A fare da discriminante é l'indice di sviluppo umano, qui chiamato IDH. Misurando il verde pubblico, l'inquinamento, le scuole, i redditi, la salute e mortalitá, tra altri parametri, si ottiene un conglomerato di dati molto efficace per analizzare i contesti sociali. Alcuni quartieri di periferia, falcidiati da migliaia di morti ammazzati per l'incidere violento del traffico di droga, hanno valori veramente bassissimi, compatibili con alcuni stati africani mentre altri, affacciati sul lungomare, presentano tassi europei. Ed il Brasile é questo qua: dodici faticosi anni di era Lula, il leader massimo del proletariato, difensore e paladino del popolo ed otto altrettanto lunghissimi anni di amministrazione comunale rosso-stellata per arrivare alla seguente facile conclusione: crescita economica e sviluppo umano non sempre camminano assieme.
Comunque, se scegliete di vivere "stile europeo", allora cercate casa a Meireles, Beira Mar, Dionisio Torres e Coco; se vi piace l'avventura estrema e vi accontentate, fiduciosi che le cose cambino, lo chef consiglia il Conjunto Palmeras, il Barroso e la Granja Lisboa. 

giovedì 20 febbraio 2014

Il faló delle autolinee.

Si comincia a notare troppo spesso, anche in Fortaleza, l'insorgere di una nuova moda di protestare: l'incendio dell'autobus. In altri stati é considerato normale e quando a farlo sono, come spesso succede, adolescenti di periferia, beh, allora da queste parti é equiparato ad uno sfogo giovanile e quindi automaticamente perdonato da una legislazione passiva e connivente. Per svariate motivazioni in Brasile puoi incendiare un autobus, ne cito alcune: hanno sfrattato Tizio e Caio e forse anche Sempronio i quali occupavano abusivamente lo stabile; é stato ritrovato il cadavere di qualche trafficante e la fazione che lo sosteneva sfoga cosí il proprio rammarico mentre quella antagonista festeggia alla stessa maniera; guerra fra bande di spacciatori... in questo caso la disputa é fra chi ne brucia di piú; le popolazioni dei calmi e pacati quartieri periferici protestano per maggiore sicurezza stradale, per le fognature straripate, per il troppo secco o per la troppa pioggia, oppure solo a favore dell'installazione di un semaforo: bruciamo un autobus cosí ci vedono meglio al telegiornale! Non é uno scherzo, é la verita. Otto bruciati in pochi giorni a Fortaleza, dove la modalitá era sconosciuta. Comunque, state tranquilli, il massimo che vi puó succedere, se decidete di usare il servizio di trasporto pubblico, é arrivare in ritardo all'appuntamento, dovendo aspettare il prossimo magari in un lontanissimo rione periferico e questo se non viene bruciato a sua volta! Un consiglio comunque: scendere sempre rapidamente dall'automezzo!

martedì 11 febbraio 2014

Piogge, politica energetica e record di rapine sugli autubus.


Alcuni spunti di riflessione per oggi: Le pioggie cominciano ad apparire nell'interno del Ceará e soprattutto nella zona dell'alto e medio Jaguaribe, quella che alimenta i due maggiori invasi dello stato, i qui livelli si sono piú che dimezzati in 2 anni di scarse piogge. É presto per dire se servirá a qualcosa, anche considerando le previsioni degli specialisti, i quali scartano la possiblitá di avere grandi precipitazioni per quest'anno. Ottime considerazioni per allacciarmi al tema dell'energia elettrica citato nel titolo. Il governo Federale aveva puntato gran parte delle risorse per lo sviluppo su di un'energia economica proveniente dall'abbondanza di acqua nelle dighe: I livelli di quest'ultime, soprattutto nel sud-est, sono pericolosamente bassi e non si scartano forme di razionamento. Speriamo almeno che sia l'ora per pensare seriamente all'energia fotovoltaica, una ricchezza per il paese non ancora sfruttata. E non potevano mancare gli atti di ordinaria assenza di leggi, giustizia e stato nel Ceará. Statistiche della Polizia informano che nell'anno appena passato, i casi rilevati di rapine ai danni degli utenti degli autubus e delle proprie imprese di trasporto hanno raggiunto la cifra di sei per giorno. In alcuni casi, i malviventi, spesso adolescenti a cui la legge ottusa brasiliana permette qualsiasi cosa, si siedono al posto del controllore, sostituendosi a questo e riscuotendo il biglietto direttamente dai cittadini. Questi ultimi non hanno via d'uscita: o l'infernale trasporto pubblico, sovraffollato, rumoroso, torrido e pericoloso o starsene a casa senza lavoro.


domenica 9 febbraio 2014

Nuovi problemi per il governo che verrá.


E allora via con la prima! Oggi, domenica, il giornale "O POVO" pubblica in prima pagina un'articolo di approfondimento sulle irrisolte questioni che attendono il prossimo Governatore, la cui elezione avverrá in ottobre. 
Richiamiamo alcuni punti. I problemi trovati ad inizio legislazione permangono ed addirittura, in molti casi (vedi criminalitá, con la cittá al 7º posto nella graduatoria delle piú violente nel mondo), si sono inaspriti. Altri problemi che ad inizio del governo Cid Gomes non esistevano, sono emersi prepotentemente e mi riferisco alla siccitá. Vivere nel Ceará, come in gran parte del Nordest significa convivere con la poca pioggia ma alcune annate di precipitazioni abbondanti avevano colmato i grandi invasi e fatto ritenere che i grandi progetti potessero attendere. Da fonti sicure so per esempio che é stato investito pochissimo in macchine per trivellare e nella realizzazione di pozzi. Problematiche urbane: gli specialisti sottolineano la favelizzazione anche dei centri di villeggiatura come Guaramiranga (dove le belle montagne coperte da vegetazione tropicale sono invase da costruzioni abusive) o delle localitá di spiaggia. Le medie cittá crescono senza piani regolatori, senza controlli; immettere auto nel traffico é ritenuto l'unico segnale di crescita degli indici di qualitá della vita. Pochissima attenzione verso i problemi dati dall'espansione dei centri urbani, primo fra tutti quello dei rifiuti, porteranno alla convivenza con veri e propri ordigni inesplosi. 
Ma il governo Cid é stato comunque quello che piú ha investito in opere pubbliche da sempre. Praticamente ha fatto decollare l'industria e l'economia del Ceará con la costruzione e lo sviluppo del Porto di Pecem e delle attivitá esistenti nell'area. Ha costruito i tanto attesi ospedali regionali nelle cittá dell'interno, una vera chimera per i governi passati e le Unitá di pronto intervento d'emergenza 24 ore (UPA): insomma un governo che se non ha risposto a tutto (ed é mancato proprio sul fronte violenza) ha comunque creato molto ed investito nello sviluppo della societá locale. 

2014: anno nuovo, il Blog cambia.

Canoa Quebrada - CE, dicembre 2013
Con l'inizio del nuovo anno, sorgono spontanee le considerazioni e le valutazioni su quello appena trascorso e si tenta timidamente di mettere in atto tutti i grandi progetti e le meravigliose intenzioni che puntualmente, in prossimitá del capodanno, appaiono. Volente o nolente ogni passaggio di anno é uno spartiacque. Per quanto riguarda il blog, mi rendo definitivamente conto di non riuscire piú ad aggiornarlo con la frequenza che meriterebbe. Purtroppo il lavoro, seguendo una strana legge matematica, pur non aumentando nel suo comparto rendite (ahimè!), aumenta invece per quanto riguarda il peso, le mansioni, le responsabilitá ed il tempo perso. Ne risulta il suddetto poco tempo a disposizione per le attivitá che qualche anno fa erano il centro della mia attenzione. Ho pensato quindi di pubblicare piú spesso ma riportando solamente, ed in forma succinta, alcune curiositá apparse nei media locali od a me personalmente e che possano ben rendere l'idea di come vanno le cose da queste parti. Spero almeno in questo modo, di riuscire ad essere piú presente: condizionale d'obbligo, comunque! Per finire, una precisazione: non perdiamo mai di vista il fatto che quando parlo di Brasile, normalmente parlo di Ceará o di Nord-est...in altri Stati, ad altre latitudini, le cose possono essere, e spesso sono, molto differenti. Non mancheranno comunque le occasioni di commentare le notizie riportate, anche con l'aiuto dei lettori. Un saluto ed un buon 2014 a tutti anche se in ritardo!