mercoledì 3 agosto 2011

L'altro lato dell'esistenza


Volevo rispondere direttamente agli ultimi commenti, scaturiti dalla toccante storia di Carlo ma ho pensato di farlo attraverso un nuovo post in maniera da rendere espliciti certi concetti che sento di avere acquisito.
Carlo é morto solo ma di amici ne aveva... La sua pizzeria, un genuino scorcio d'Italia in questa terra, come raramente ne ho visti, é stata spesso luogo d'incontro e di ottimi pranzi fra conoscenti. La sua condizione ultima li ha allontanati uno ad uno purtroppo, fino all'epilogo della sua storia in completa solitudine...É triste, perché, a dispetto che molti credano che si nasce e si muore da soli, io credo invece che si nasca e si muoia sempre avvolti dalle energie e dai pensieri di tante entitá, a noi legate a volte da legami di sangue, a volte da qualcosa di imponderabile e misterioso.
Mi collego ora al commento dell'amico Flavio. Anch'io ho giá visto tanta gente andarsene...qualcuno ritorna al paese natale, altri varcano la soglia dell'ultimo viaggio verso l'ignoto.
Il Brasile, spesso sconosciuto, creduto il paradiso in terra da troppi per la sua apparente docilitá, facilitá, sensualitá, calore umano, si rivela a volte una trappola che fa perdere contatto con la realtá.
Ho conosciuto persone arrivate con capitali e in piena forma fisica ed intellettuale, tutte inguaribilmente sedotte dalla possibilità di vivere una vita fino a pochi anni prima solo sognata ad occhi aperti, magari durante le tediose ed interminabili ore di un lavoro poco gratificante.
In pochi anni queste persone hanno vissuto storie distruttive di "amori" che credevano infiniti ed a prova di fuoco; come le sirene di Ulisse non riuscivano a resistere al fascino ed all'erotismo su di loro esercitato; non consideravano che tutto qui in Brasile é straordinariamente fugace e costituito per tempo limitato, tutto andrebbe vissuto secondo per secondo perché spesso non ci sará l'opportunitá di un'altro secondo. Investimenti sbagliati, conoscenze che si rivelano utili solo nell'ottica dell'opportunismo e del calcolo, cinismo, luoghi comuni, preconcetti... Ora le stesse persone, radiose ed ottimiste pochi anni fa, sembrano cambiate, stravolte. Appaiono i primi malesseri, la depressione, i problemi economici, le rinunce, la rivolta verso il paradiso improvvisamente diventato inferno... Qualcuno si attacca alla bottiglia, altri se ne vanno, magari sputando e bestemmiando sul piatto in cui, riponendoci le piú rigogliose speranze di vita, avevano fino a poco prima lautamente mangiato.
Quello che ho descritto é vero, l'ho visto con i miei occhi ed io stesso ci sono andato terribilmente vicino, sia alla bottiglia sia ad andarmene. Per continuare a vivere qui ci vuole equilibrio, controllo, sangue freddo, speranza ed ottimismo: é una scuola. Se sei disposto ad imparare umilmente, a cambiare i tuoi schemi prefissati di chi crede di sapere, ad accettare che esistono realtá differenti e modi di vita antagonisti ai nostri, a vivere come se fosse un viaggio, il Brasile ti puó insegnare molto e puó essere una grande esperienza di vita nell'infonderti quel senso di spiritualitá, di inafferabile, di imprevedibilitá, di imponderabile e di vita da vivere alla giornata, vedendo il bicchiere sempre mezzo pieno. Tutte cose che noi europei, con il nostro pragmatismo, consumismo e tecnicismo abbiamo dimenticato da tempo. Il Brasile puó essere si un luogo per crescere e vivere ma solo se sei coerente con te stesso e aspiri a conoscerne umilmente i dettagli, creandoti il tuo centro di gravitá permanente; d'altra parte, se ti affidi alle illusioni ed ai panorami da catalogo d'agenzia di viaggi, perdendo il contatto com ció che eri e con ció che sei, qui non hai scampo ed il Brasile ti mostrerá, presto o tardi, come un maestro inflessibile, l'altra faccia della sua medaglia: il lato che non avresti mai creduto di vivere della tua esistenza.

8 commenti:

ottoaprile ha detto...

Ciao Alessandro

hai colto in questo post una verità essenziale e cioè che per vivere in un Paese che non solo non è il tuo ma che ti propone una enorme quantità di opzioni bisogna avere disciplina e crearsi come dici tu parafrasando il grande Battiato un " centro di gravità permanente " .

Le persone stravolte le ho viste anch'io , quelli che vanno via e sputano nel piatto dove hanno mangiato il giorno prima sono tanti . Sai perchè ? Perchè oramai molti in occidente vivono una non vita dove tutto è deciso da altri .La loro giornata è già scritta dal momento in cui aprono gli occhi al momento in cui vanno a dormire :dalla culla alla tomba è tutto predeterminato. Quando , dopo averlo a lungo sognato , si imbattono nella " libertà di scelta " si trovano disorientati, non sanno che fare ed immancabilmente... sbagliano .

Anto Roma ha detto...

Ciao Alessandro,
grazie per aver pubblicato la storia di Carlo, mi ha dato la possibilità di avere sue notizie.
Era da tempo che pensavo a come fare per sapere qualche cosa di lui, sperando che fosse riuscito a rifarsi una vita in Brasile...
Mi piacerebbe avere un contatto con te per chiederti alcune cose. Se vuoi contattami il mio indirizzo mail vasinaroma@gmail.com
Grazie

flaviomaxximo ha detto...

Caro Alessandro è sempre un piacere leggerti e scoprire che il mondo attorno a noi è sempre identico, nonostante tutta la letteratura e, non ultimi, i web blogger che ci continuano ad allertare sui comportamenti e abitudini difficili da abbattere neanche fossero Titani. Gli amici sono piuttosto compagni di merenda poiché, quando finisce il divertimento e incomincia la sofferenza, tutti si dileguano e alcuni ti criticano sopratutto se hai un comportamento insolito o indecente. Che Carlo si sia trovato solo non mi meraviglia affatto e chi gli stava vicino se ne è lavata la coscienza incolpandolo di tutto come se noi fossimo così viglii da scoprire la malafede di tanti che vivono pensando di essere i migliori o solamente più fortunati; un fatalismo criticabile se confrontato all’epistologia.

La tua analisi di Noi che siamo qui in questa terra “arida” ma carnevalesca e arieggiata trova conferma nel blogger ottoaprile. Lui è consapevole che di là tutto è organizzato dalla nascita alla morte ma mi domando se è meglio qui dove niente è sicuro, sopratutto quando si muore come un cane abbandonato o per la voracità avida di soldi del recente “spezzzatino Italiano” rinvenuto in Goiana. Qui mi trovo bene come turista ma non certo come cittadino di serie B, poiché Noi siamo sempre stranieri. Posso circondarmi da un’elite di persone, posso rinchiudermi in casa con il monitor aperto come una finestra sul mondo, ma rimango sempre allibito nonché mi deprimo quando metto piede fuori di casa e incontro un “alejado” che non ha incontrato un bravo ortopedico. Ma chi siamo Noi che siamo riusciti a tagliare il cordone ombelicale che ci legava a Mamma Italia? Tu riferisci di amori erotici che ci hanno ammaliato e perciò instupidito. Certamente la componente sesso non è da scartare ma io entro più in profondità è arguisco, come tu stesso hai evidenziato, un cinismo ma anche egoismo e egocentrismo. Questo mix esplosivo è la componente di tanti Italiani finiti in Brasile e se si sono bruciati lo devono a se stessi, quel misconoscersi di cui scrivi anche tu ma anche una certa arroganza e strafottenza.
Saluti

flaviomaxximo

Nicholas ha detto...

ma sbaglio o il consumismo c'è anche lì??

Unknown ha detto...

Sono capitato da queste parti, e non trovando altro modo di comunicare scrivo in questo post.

Ho visto che tra i link nella barra a destra avete inserito un mio vecchio blog non più attivo "interessante blog sul Brasile" che puntava alla pagina http://mondojean.blogspot.com/ ora questo blog è stato sostituito, non senza problemi con http://ilmosta.blogspot.com/.

Inoltre, sempre nella stessa barra c'è "informazioni sullo stato del Ceará" che punta al sito http://www.mostachetti.net/ che era ospitato sui server Aruba con la quale ho litigato "pesantemente".

Ora le stesse informazioni, in fase di aggiornamento sono reperibili sui blog:

http://notizieinformazioni.blogspot.com/
http://il-nordeste.blogspot.com/
http://municipicearensi.blogspot.com/
http://fortaleza-citta.blogspot.com/

Quest'ultimo blog è in totale rifacimento, ma prometto che mi dedicherò un poco di più alla sua realizzazione.

Eventuali risposte potete inviarle a mostak1@yahoo.it

Andrea ha detto...

Ciao Alessandro,

sono passato per farti i complimenti, scrivi veramente molto bene. Ti seguirò più spesso, ma spero che anche tu trovi il tempo per scrivere più spesso.
Um abraço da São Paulo!
Andrea

alessandro ha detto...

Ciao a Tutti! Volevo rispondere ad Andrea, ringraziandolo e scusandomi se non ho piú la possibilitá di scrivere molto (purtroppo il lavoro non me lo consente piú). Vedró comunque di mantenere il blog vivo con qualche post!
Per MOSTA, appena possibile effettueró le variazioni informate. Grazie per la tua preziosa attenzione. Ciao a tutti!

otaner ha detto...

concordo in pieno............