giovedì 3 luglio 2014

C'é la Coppa, la protesta si ferma.

Come era ampiamente prevedibile da tutti coloro che condividono con me qualche decennio di Brasile, le proteste sorte spontaneamente l'anno scorso, tutte giustificate e condotte da una popolazione avvilita, impoverita ed assetata di miglioramenti seri della propria condizione di vita, rivoltata con le spese miliardarie di quella che é la coppa piú cara mai realizzata (piú delle recenti due edizioni e tutto con soldi pubblici!!), si sono spente alle prime bordate dei mortaretti scoppiati a milioni nelle periferie, nei paesi, nelle spiagge del gigante sudamericano al momento dei gol della squadra verde-oro. Le prime reti del giocatore piú caro ai media (dopo Balotelli), l'asso brasiliano Neymar, (perché il popolo brasiliano ha sempre bisogno di un asso su cui identificare la squadra e la nazione, molto meno di una squadra coesa e organizzata), hanno coinciso con il rasserenarsi degli animi. Tutti a guardare la "seleção": al bar, in piazza, in spiaggia, nelle viette di periferia con l'asfalto dipinto in giallo verde e migliaia di banderuole appese fra i balconi o tra i pali della luce, a simboleggiare l'unitá di una nazione. C'é da dargliene atto: il popolo si stringe attorno alla squadra che li rappresenta. La nazione si ritrova, mentre in Italia, anche questo ultimo ricorso sembra essersi per sempre perduto, lasciandoci soli: individui senza credo, fede, patria, paese e..squadra nazionale! I brasiliani li invidio per questo. Si sentono grandi almeno in questa occasione. Cantano l'inno a squarciagola, agitano bandiere e si sentono un popolo il cui futuro migliore, magari ancora nebuloso e insicuro, immaginano, desiderano e assaporano. Anche la Presidente ed il partito che la sostiene, in declino di popolaritá accentuato, si avvantaggiano di questo clima di festa, aumentando nei sondaggi per le imminenti elezioni di ottobre. Che fare? Tifare contro per sperare che l'attuale stirpe politica ci lasci definitivamente e si passi a quel cambiamento mai veramente avvenuto, sperare in una eliminazione del Brasile spinti da antiche rivalitá di Campioni del Mondo (ricordiamo il 1982 ed il 1994) o rimanere neutrali partecipando alla festa, che comunque é e resterá unica? Assaporiamo allora questi momenti di calcio, cercando di non pensare a cosa sará ed agli effetti che la Coppa lascerá: per le preoccupazioni c'é sempre tempo, come insegna il popolo brasiliano, e queste, sicuramente, non tarderanno ad arrivare, vista la situazione politica stagnante, la violenza ormai dilagante ed i fondamentali economici sotto accusa... Allora, cameriere, una birra, e vinca il migliore!

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