lunedì 24 maggio 2010

Fortaleza di sangue

Purtroppo, per onor di cronaca, devo raccontare un'altra triste storia accaduta ad un connazionale in visita a Fortaleza.
A mezzogiorno, puntuali, vanno in onda i tre programmi di giornalismo poliziesco che, seguitissimi durante tutta la settimana (meno la domenica che, si sá, il brasiliano stá in spiaggia), portano nelle case dei cearensi i piú importanti avvenimenti di cronaca nera. Oggi la notizia principale riguardava la morte di un turista italiano, Giuseppe Paparone, 52 anni, siciliano residente in Svizzera.
Insieme ad alcuni amici, stava tornando da una delle piú famose spiagge del litorale cearense, localitá che aveva scelto per realizzare il sogno di costruirsi una villa.
Durante una sosta (non si sá bene se in una stazione di servizio o per un guasto all'automezzo, le versioni sono divergenti ma la triste fine purtroppo non cambia) é stato vittima di una rapina; i malviventi, forse a scopo intimidatorio, hanno esploso alcuni colpi di arma da fuoco uno dei quali ha raggiunto lo sventurato che é morto prima che arrivassero i soccorsi.
I delinquenti, che sono stati catturati da una pattuglia della polizia poco dopo, sono recidivi, essendo giá stati catturati per reati di furto e spaccio. Uno dei due é minorenne: erano in libertá come altre decine di migliaia in attesa di decisione giudiziale.
Fin qui i fatti. Oltre possiamo dire che stranamente niente si fa nei paesi europei per avvisare i turisti dell'estremo pericolo che corrono da queste parti.
Ho letto una notizia secondo la quale il dipartimento del turismo americano ha allertato le agenzie viaggi sul pericolo esistente nelle zone litoranee delle cittá brasiliane: perché da noi fanno finta di niente quando qui, europei e soprattutto gli italiani, in maggioranza tra i turisti, sono oggetto costante di furti, umiliazioni quando non omicidi, aventi per autori giovani, spesso minorenni, drogati, senza futuro ed emarginalizzati dalla inefficente amministrazione pubblica brasiliana? Perché non essere obbiettivi e realisti?
Dal punto di vista della pubblica sicurezza, le cose sono tremendamente peggiorate in Brasile. Lula non ha mai messo la questione fra le prioritá e, solo per questo, meriterebbe un cinque in pagella invece di essere idolatrato dalla stragrande maggioranza dei brasiliani. Poi lo scaricabarile di uno stato federale: La stato centrale (união) delega, fra le tante cose, anche la sicurezza agli Stati i quali peró non legiferano in merito. Quindi leggi inadeguate, obsolete e buoniste, sono adottate in sedi superiori creando un impatto negativo su un territorio dove la pratica e diversa dalla teoria e dalla filosofia dei legislatori e dove sono inapplicabili o addirittura inutili a contrastare determinati fenomeni.
Si aggiunga poi l'inefficenza della giustizia, lenta e cavillosa all'eccesso forse peggiore di quella italiana ed ho detto tutto!
Il tutto lo misceliamo ad una tendenza, tutta brasiliana e se vogliamo piacevole fino alla scorso decennio (cioé prima che arrivasse il crack a sconvolgere il tessuto sociale), di mescolare aree urbane residenziali di classe media o alta con favelas, "comunidades", terreni invasi in cui, senza che le autoritá municipali intervengano, per magia, in poco tempo, sorgono baraccopoli dove lo spaccio del crack é, insieme con i furti e le elemosine, l'unica economia. Immaginate come possa questo mondo miscelarsi civilmente con l'altro mondo costituito da una classe media impegnata, lavoratrice e sempre piú consumista ed esibizionista ed una classe alta che sfoggia veicoli del valore di appartamenti di lusso e che manda i figli in scuole di lusso la cui retta mensile é il salario della maggioranza degli operai.
Questo é il Brasile, dietro le "prodezze" economiche del timoniere Lula, celato dalla potente macchina propagandistica del governo "socialista".
A noi non resta che aspettare, domani, le prossime edizioni dei telegiornali e di sperare che la violenza urbana non abbia fatto altre vittime innocenti.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Buongiorno, vorrei dire che sono totalmente d'accordo con lei quando dice che gli stranieri dovrebbero essere avvisati dal pericolo eminente di essere morto in Brasile! Si, purtroppo, qui non ci sono solo mare, sole, acqua di coco e spiaggia... ci sono anche le arme, le droghe, le rapine, gli omicidi, le prostitute (e forse per le prostitute ai turisti va bene)! Mi spiace tanto per la morte del suo connazionale e mi creda che per un brasiliano onesto e di buona indole, vedere certe notizie nei giornale fa molto male. Ma, per fortuna da una parte (sono orgogliosa di essere brasiliana) e purtroppo da un'altra (vivo in un paese violento), habito in questo paese, sono brasiliana e debbo subire tutti i problemi che esistono qui, non c'e nulla da fare, debbo subire, dove potrei andare se no a casa mia? Non é una provocazione, ma per curiosità, le digo che non capisco come mai, gli stranieri, e qui mi riferisco a lei, decidono di venire a vivere qui? Lei potra rispondermi "non lo sapevo, nessuna agenzia mi ha avvisato che il Brasile era cosi, c'e stata una pubblicità ingannevole". Vabbé, ma ormai, da quello che ho visto, lei si é gia fatto un'idea di quello che le aspetta nel futuro (subire come me e tutti gli altri brasiliani e stranieri che qui scelgono per vivere la violenza e tante altre brutte cose, sai comé "in questo mondo di ladri", drogati, assassini, prostitute). Ma cosa fa ancora qui, visto che il Brasile fa cosi schifo? Le auguro buona fortuna. Katia

alessandro ha detto...

Rispondo alla gentile lettrice che, direttamente o indirettamente mi ha posto alcune interrogazioni.
Personalmente vivo in Brasile non per scelta ma per obblighi familiari: la vita a volte ci impone di scegliere fra il materiale e lo spirituale, tra gli affari e la famiglia, tra la porta stretta e quella larga. Per questi motivi ed anche perché ormai in Brasile ci ho passato una bella feta di vita, andarmene mi risulta difficile, forse piú che rimanere. Insomma ormai, anch'io, come lei, faccio parte dell'arredamento!!
Faccio buon viso a cattivo gioco, come si dice in Italia e spero e prego, tutti i santi giorni, che le cose possano cambiare e che i brasiliani riconquistino quella pace e quella tranquillitá e spensieratezza di cui si giovavano in passato.

Unknown ha detto...

buon giorno katia approvo quello che dici , il tuo stesso pensiero c'è l'ho io x l'italia ( essendo italiano ) solo che noi in più abbiamo pure i politici .
Credo che veniamo in brasile xkè la nostra moneta è più forte della vostra è quindi abbiamo più possibilità di investire , avete del clima ottimo , siete un popolo solare , come dire........bella gente :-) .
Certo voi avrete un tasso criminale più alto del nostro forse xkè li da voi si inizia da piccoli , circa 13 anni ( credo ) , ovvio che per me che sono cresciuto a scampia un quartirere di napoli qui forse si inizia prima .
Comunque tutto ciò x dirti che mi sto organizzando x un eventuale trasferimento :-)