lunedì 28 giugno 2010

C'era una volta il tranquillo interior

Oggi pubblico una succinta traduzione e qualche commento ad un'articolo apparso nell'edizione odierna del quotidiano "Diario do Nordeste" e che reputo interessante al fine di completare la notizia delle sempre piú frequenti rapine in appartamenti e case situate in piccole cittadine a ridosso di Fortaleza.
Siccome mi criticano spesso per pubblicare articoli sottolineando il periodo di totale insicurezza in cui stiamo vivendo noi residenti nel Ceará (ma il resto del Brasile non é molto differente), quando invece potrei descrivere, unendo le mie parole ad altre migliaia entusiastiche sul web, quali meraviglie si incontrano sulle spiagge, il piacere di un bel piatto di gamberi in riva al mare o le bellezze notturne a passeggio sulla Beira Mar, ci tengo a sottolineare che questa esigenza, per alcuni masochista, non é solo la mia, visto che queste notizie appaiono sulla prima pagina dei maggiori veicoli di informazione brasiliani e considerato che il fattore insicurezza é il secondo per importanza fra i piú segnalati dai brasiliani.
L'articolo di cui sopra, parla di come siano cresciuti in tono esponenziale i crimini nelle piccole ed una volta pacifiche cittadine dell'interior e precisamente Aquiraz, Eusébio, Horizonte, Itaitinga, Pindoretama tra le altre e che sempre di piú conquistano gli onori della prima pagina in un triste rivaleggiare con la capitale.
Famiglie fatte ostaggio nella propria casa, stranieri bersagliati per il fatto di rappresentare, nell'immaginario del crimine, il ricco e stupido forestiero che non sa, non capisce e non puó difendersi, assalti in casa di praia ed in pousadas, ecc ecc.
L'articolo cita anche la recente rapina giá commentata in questo mio post ed altri casi fra cui spicca il tentativo di assalto nell'abitazione di un commissario di polizia che, armato, riesce a sventare il malefico piano, ad arrestare un delinquente ma tutto con molta dose di rischio per la sua incolumitá e quella della sua famiglia.
Cita il commissario intervistato che i rapinatori, armati con pistole automatiche in numero di due per ognuno, hanno esploso piú di trenta colpi durante il confronto; spicca, nell'intervista, la probabile confusione dei rapinatori, convinti ancora una volta di effettuare un tranquillo colpo al solito "gringo" (gergo popolare per straniero) ed invece erroneamente capitati nella casa di un poliziotto.
Il coraggioso funzionario di polizia, sottolinea, nel finale dell'intervista, che senza un braccio forte nel ministero di Pubblica Sicurezza Statale, niente potrá contrastare l'avanzata di criminali ben armati e senza scrupoli.
Per le autoritá, l'avanzata della criminalitá nelle zone, una volta pacifiche dell'interno é dovuta alla pressione della droga ed all'avanzata di questo commercio crudele.
Per noi non serve piú conoscerne le cause, ormai per altro note, ci serve affrontare e ridurre gli effetti. Fino a quando avremo persone nei posti di comando della Sicurezza, vedi l'attuale Segretario, restie ad usare strategie di impatto e di confronto pesante contro il crimine, organizzato o no, per motivi di "quieto vivere" o di credo in filosofie falso-umanitarie niente potrá cambiare.
Urge un accordo nazionale, che coinvolga tutte le parti del patto federale, Giustizia, Stati, Unione, Comuni ecc, in una battaglia che dimentichi, per un'istante, le cause sociali attualmente non eliminabili, e combatta invece gli effetti che tanta sofferenza causa al popolo brasiliano.
Per coloro che comprendono la lingua portoghese, ecco il link all'articolo da cui hanno preso spunto i commenti.
Un saluto a tutti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ciao non sono qui per commentare l'articolo. Ti ho letto in AIC e, siccome ho scritto all'adm Pietro per registrarmi ma é 5 gg che non mi risponde, vorrei che intercedessi per me per sollecitare la pass. Sono 20 anni che vivo a Fortaleza e ho tanto da raccontare. La tua ironimia mi piace, spero di farmi conoscere sempre se mi danno l'accesso.
flaviomaxximo@hotmail.it