mercoledì 23 settembre 2009

La storia di uno di noi - continuazione

La Storia di Carlo - parte II

(per chi avesse perso la prima parte cliccare qui)

Reclamazione e denuncie della cittadinanza e della mia attuale da 7 anni convivente, in virtù dei fatto che il locatore e comunque per la legge responsabile. La federale e venuta e constatò il fragrante. La madre di una ragazza minorenne di Caponga, incontrata nel locale, denuncio il G. per istigazione alla prostituzione. Fuggì e si dedicò alla latitanza, lasciando l'affitto e energia non pagate per un totale di circa 3.000,00 (tre Mila Reais). Lasciò la casa in mano alla sua convivente che la trasformò in una "bocca di fumo" (locale di spaccio di droga n.d.r.).
Altre denunce per rientrare in possesso dei mio bene. Altro avvocato per ottenere dal Giudice di Cascavel il mandato ufficiale di sfratto, altri tre mesi e il mandato non arriva, perdo la pazienza ed ho invaso la mia propria casa. È venuta la Policia e ci hanno portato via tutti, compreso la mia attuale compagna. La banda ha garantito che un giorno dopo avrebbe lasciato la casa. Quando rientrammo in casa la banda durante la notte aveva caricato (rubato) tutto quello che poteva; piatti, attrezzature, forno; materiale da me lasciato dal Sig. Maurizio G. in comodato d'uso; hanno anche tentato di bruciare la casa, un altro danno di quasi 8.000 (Otto Mila Reais). Altra denuncia latitante, altri soldi all'avvocato. Quando il Giudice di Cascavel mi convoca la controparte è fuggitiva L'avvocato disse che potevo anche non presentarmi, che lui avrebbe risolto tutto con il Giudice. Non vado e vengo condannato a pagare 360,00 (Trezentos e Sessenta Reais) di spese processuali, per non essermi presentato. Scopro che l'avvocato mi aveva difeso con la giustizia gratuita (d'ufficio n.d.r.)e non g1i do più una lira, poi voleva 2.500 (Due Mila e Cinquecento Reais). Ricomincio da zero e rimetto in piedi la baracca con l'aiuto di alcuni amici italiani e brasiliani. Circa un anno fa, riviene la Policia Federal in Pizzeria, procurando ancora il ricercato G., che ha lasciato la residenza a casa mia. Spiego tutta la situazione e costatano la mia illegalità pero non mi portano via per il figlio che ho in Brasile, ma mi invitano per il giorno dopo a presentarmi alla sede della Policia Federal per chiarire la mia posizione. Il giorno dopo mi presento, mi dicono che dovrei essere deportato ma non possono perché ho questo figlio nato qui in Brasile. Che devo al più presto regolarizzare la mia situazione. Il pagamento della pensione doveva essere fatto tramite versamento bancario. Avevo bisogno di una omologazione di accordo di pensione alimentare e del mio passaporto, che purtroppo mi è stato rubato con altri documenti miei in un furto avvenuto in casa il 25/01/2008, non riconoscono il BO. "Boletim de Ocorrencia" alla Polizia e la fotocopia autenticata dei mio passaporto. Il protocollo dell’avvocato che presentò la mia difesa, non esiste e che devo pagare la multa di R$761,65 Reais, e che dovrebbero farmele un'altra e mi mandano a casa. L'Associazione Italiani dei Ceara' (tramite il Dott. Francesco Carpio), impietositi della mia situazione, mi mettono a disposizione la dottoressa Celia de Castro, un'avvocatessa che gratuitamente mi prepara la richiesta di omologazione di accordo di pensione alimentare, presentato al Foro di Cascavel il 30/08/2008; ad oggi nessuna risposta. Con tutti i processi arretrati chissà quanto tempo ancora passerà. Vado al Vice Consolato a Fortaleza e chiedo un nuovo passaporto. Per avere il passaporto, l'unico documento riconosciuto per lo straniero in Brasile, devo produrre alcuni certificati, scrittura pubblica di paternità, la tassa di soggiorno, la firma della madre di mio figlio. Tutti i documenti che senza il passaporto nessun "cartorio" (ufficio notarile pubblico n.d.r.) a Fortaleza mi dà. La Receita Federal, non mi ha fatto il duplicato dei CPF (codice fiscale n.d.r.) rubatomi perché non riconoscono la fotocopia autenticata dei mio passaporto. Vivo da 7 (sette) anni con la mia compagna conosciuta separata con tre figli minori, che posso dire di aver aiutato a crescere, visto che il padre legittimo non le ha mai dato una lira. Dopo 10 anni (questi sono i tempi dei Foro di Cascavel), è riuscita ad avere il divorzio, "volevamo sposarci, perché devo un diritto a questa donna che mi guida, mi cura di tutto, ma non posso perché non ho il passaporto; finale della beffa, senza documento non posso rientrare nella sanatoria Lula.
Per carità vi rivolgo una supplica, mi risolva questo problema. Mia madre il 30/08/2000, e morta qui a Caponga, dove sta seppellita. In ltalia non c'ho nessuno, neanche una casa. Se torno lí, considerando che non ho i soldi neanche per il biglietto, probabilmente vado alla caritas. Qui mi sono costruito una vita, son diventato pure nonno, c'ho una casa, una famiglia ed un lavoro. Non ho mai chiesto niente allo Stato Italiano, pur avendo qualche diritto, come orfano di guerra, figlio di un grande invalido e mutilato di guerra, morto per causa servizio quando avevo 9 anni. Dopo 7 anni di sanatorio per turbecolosi, conseguita nel campo di concentramento di Dacao. Non ho mai chiesto un posto fisso all'Italia, ho sempre lavorato dall'età di 16 anni sempre nell'ambito della ristorazione. Adesso ne ho 50; spero che vostra eccellenza con la Sua autorità riesca almeno a darmi il passaporto per poter dire che sono italiano e che nelle mie vene corre il sangue di un' alpino della divisione Julia che e morto per l'Italia.
Le allego tutti i documenti che attestano la veridicità della mia presente situazione.

La ringrazio infinitamente.

fine

1 commento:

ERICA RITACCO ha detto...

Tristissima questa storia. Sono brasiliana e non ho mai sentito una storia tragica come questa. Lui alla fine ha ricevuto una risposta del consolato italiano?